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Notizie sugli Identificativi della persona giuridica: aggiornamento di gennaio 2016

La Global Legal Entity Identifier Foundation fornisce una panoramica sugli ultimi sviluppi globali riguardanti l’adozione dell’Identificativo delle persone giuridiche


Autore: Stephan Wolf

  • Data: 2016-01-14
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A dicembre 2015, RegTech ha affermato che “nel 2015 sono stati compiuti notevoli progressi sul fronte dell’Identificativo della persona giuridica (LEI)”. Sono stati finora emessi oltre 400.000 codici LEI. La Global Legal Entity Identifier Foundation (GLEIF) ritiene che, anche nel 2016, si assisterà a un’ampia adozione di tali codici.

Per consentire agli stakeholder di seguire agevolmente gli sviluppi globali che riguardano l’implementazione dei codici LEI, la GLEIF fornisce sul suo blog i relativi aggiornamenti. Questo articolo del blog riassume le notizie correlate ai codici LEI e al dibattito sul mercato da novembre 2015.

Le fonti menzionate in questo blog sono incluse nella sezione ‘link correlati’ di seguito.

Il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board) ha inviato al Gruppo dei 20 un rapporto sulle misure adottate per valutare e fronteggiare il calo degli accordi di corrispondenza tra banche

Il 6 novembre 2015, il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB) ha inviato al Gruppo dei 20 (G20) il suo rapporto sulle misure adottate per valutare e fronteggiare il calo degli accordi di corrispondenza tra banche. Come evidenziato da Mondovisione Worldwide Exchange Intelligence, il rapporto “fornisce un aggiornamento sul lavoro condotto dall’FSB, di concerto con altre organizzazioni, per esaminare la portata e le cause che spingono gli istituti di credito a recedere dagli accordi di corrispondenza tra banche, nonché le conseguenze per le giurisdizioni interessate, tra cui i rischi di esclusione finanziaria”.

“Tra le principali ragioni addotte dalle banche per giustificare la riduzione degli accordi di corrispondenza, vi sono i rischi di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo nelle giurisdizioni delle controparti bancarie. Le autorità e le banche locali, che potrebbero in parte essere esposte ai rischi legati al riciclaggio di denaro e a maggiori costi per una due diligence più approfondita, hanno indicato tra le principali cause la propensione al rischio complessiva e la scarsa redditività”.

L’FSB continuerà a lavorare in collaborazione con il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (CBVB), il Comitato per i pagamenti e le infrastrutture del mercato (Committee on Payments and Market Infrastructures, CPMI), il Gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI), il Fondo monetario internazionale (FMI), il Comitato di supervisione regolamentare dei codici LEI (LEI Regulatory Oversight Committee, LEI ROC) e la Banca mondiale per affrontare questa problematica, avvalendosi di un piano d’azione articolato in quattro punti. Tale piano mira a esaminare ulteriormente le dimensioni e le conseguenze del fenomeno, chiarire le attese normative, sviluppare capacità interne nelle giurisdizioni in cui hanno sede le banche rispondenti coinvolte e rafforzare gli strumenti di due diligence a disposizione delle banche corrispondenti.

Tra tali strumenti “vi sono la condivisione di informazioni tra banche corrispondenti, attraverso processi Know Your Customer e un ampio utilizzo dei codici LEI globali”. Il CPMI e il LEI ROC hanno avanzato, al riguardo, alcune proposte. Il LEI ROC riunisce oltre 80 autorità pubbliche provenienti da 50 Paesi ed è stato fondato a gennaio 2013 al fine di coordinare e supervisionare il Sistema globale LEI.

Entro il mese di febbraio 2016 l’FSB, in collaborazione con altri stakeholder pertinenti, svilupperà un piano per promuovere l’utilizzo del codice LEI da parte di tutte le banche che hanno concluso accordi di corrispondenza.

Il Comitato per i pagamenti e le infrastrutture del mercato e l’Organizzazione internazionale delle commissioni sui valori mobiliari hanno pubblicato un rapporto consultivo sull’armonizzazione dell’Identificativo unico del prodotto

Il Comitato per i pagamenti e le infrastrutture del mercato (Committee on Payments and Market Infrastructures, CPMI) e l’Organizzazione internazionale delle commissioni sui valori mobiliari (International Organization of Securities Commissions, IOSCO) hanno pubblicato, in data 17 dicembre 2015 a fini di consultazione, un rapporto consultivo dal titolo “Armonizzazione dell’Identificativo unico del prodotto (Unique Product Identifier, UPI)”.

Come affermato in un relativo comunicato stampa, il rapporto “formula proposte per l’armonizzazione del codice UPI globale, utilizzato per identificare in modo univoco i prodotti derivati over-the-counter (OTC), di cui le autorità hanno bisogno per essere segnalate ai repertori di dati sulle negoziazioni. Il codice UPI si comporrà di un sistema di classificazione dei prodotti e di un codice ad esso associato. Questo rapporto è incentrato sul sistema di classificazione dei prodotti”.

“Il rapporto è stato preparato sulla scia di un accordo, siglato nel 2009 dal G20, che prevede l’obbligo di segnalare tutti i contratti di derivati OTC ai repertori di dati sulle negoziazioni. L’accordo si iscrive nell’impegno del G20 di riformare i mercati dei derivati OTC, al fine di migliorare la trasparenza, mitigare il rischio sistemico e impedire abusi di mercato. L’aggregazione dei dati comunicati ai vari repertori di dati sulle negoziazioni consentirà alle autorità di disporre di un quadro completo sul mercato dei derivati OTC e sulla sua attività”.

Il CPMI, la IOSCO e l’FSB hanno “pubblicato, negli ultimi anni, dei rapporti che hanno gettato le basi per armonizzare gli elementi di dati chiave sui derivati OTC, al fine di permettere un’aggregazione accurata su scala globale”.

Il rapporto consultivo preparato da CPMI e IOSCO sull’armonizzazione dei codici UPI indica che, a settembre 2014, l’FSB ha pubblicato “uno studio sulla fattibilità delle opzioni per un meccanismo teso a produrre e condividere dati aggregati globali (Studio sulla fattibilità dell’aggregazione)”. Tra le conclusioni dello studio vi era quella secondo cui “per ogni processo di aggregazione, è di primaria importanza completare la standardizzazione e l’armonizzazione di importanti elementi di dati, in particolare introducendo a livello globale l’Identificativo della persona giuridica (LEI) e creando un Identificativo unico della transazione (Unique Transaction Identifier, UTI) e un Identificativo unico del prodotto (Unique Product Identifier, UPI)”.

Al termine dello studio sulla fattibilità del 2014, l’FSB ha chiesto al CPMI e alla IOSCO di predisporre delle linee guida globali sull’armonizzazione degli elementi di dati, tra cui codici UTI e UPI, comunicati ai repertori di dati sulle negoziazioni e importanti per consentire alle autorità di aggregare i dati.

Il rapporto consultivo sull’armonizzazione dei codici UPI fa parte della risposta del Gruppo di armonizzazione a tale mandato. Nel rapporto si invita il pubblico a formulare commenti e suggerimenti generali e specifici entro il 24 febbraio 2016.

Risposte ai rapporti consultivi preparati da CPMI e IOSCO rispettivamente sull’armonizzazione dei codici UTI e degli elementi di dati chiave sui derivati OTC (prima parte)

Il CPMI e la IOSCO hanno pubblicato dei rapporti consultivi preliminari rispettivamente in materia di ‘Armonizzazione dell’Identificativo unico della transazione’ (agosto 2015) e ‘Armonizzazione degli elementi di dati chiave sui derivati OTC (diversi dai codici UTI e UPI), prima parte’ (settembre 2015). I commenti ricevuti per entrambi i documenti sono stati pubblicati sul sito Web della Banca dei regolamenti internazionali (si veda la sezione ‘link correlati’ di seguito).

Nei prossimi mesi, è in programma la pubblicazione di un rapporto consultivo separato sul codice UPI, nonché di rapporti consultivi su ulteriori parti degli elementi di dati chiave (diversi dai codici UTI e UPI).

La Svizzera contribuirà al sistema globale di identificazione per gli operatori del mercato finanziario

Il 4 dicembre 2015, il Consiglio federale, il Dipartimento federale delle finanze e l’Ufficio federale di statistica della Svizzera hanno annunciato che il Paese parteciperà al Sistema globale LEI: “L’utilizzo di un identificativo della persona giuridica globale e uniforme per gli operatori del mercato finanziario dovrebbe migliorare la qualità dei dati finanziari e agevolare la valutazione dei rischi sistemici. In Svizzera, questo identificativo verrà utilizzato per la prima volta al fine di segnalare le negoziazioni di derivati, dopo l’entrata in vigore della Legge sull’infrastruttura del mercato finanziario. Inoltre, è necessario fare in modo che, in futuro, l’emissione di questi identificativi sia effettuata dall’Ufficio federale di statistica”.

Finora la Svizzera è stata rappresentata nel LEI ROC da due osservatori. Per effetto della decisione presa il 4 dicembre 2015, “il Consiglio federale autorizza il Dipartimento federale delle finanze (DFF) a diventare un membro a pieno titolo del LEI ROC e, pertanto, di partecipare attivamente all’ulteriore sviluppo dello standard associato ai codici LEI”. Anche la Banca nazionale svizzera (BNS) intende diventare un membro del comitato di supervisione.

Congiuntamente all’adesione al LEI ROC da parte del DFF, “il Dipartimento federale degli interni getterà le basi per consentire che, in futuro, l’emissione nel Paese di codici LEI sia effettuata dall’Ufficio federale di statistica”.

Il registro di dealer/grandi operatori di swap della US National Futures Association (Associazione nazionale statunitense per i future) include ora i codici LEI

Come evidenziato da Lexology, in data 8 dicembre 2015 la US National Futures Association (NFA, Associazione nazionale statunitense per i future) “ha annunciato di aver integrato le informazioni sui codici LEI nel registro di dealer/grandi operatori di swap; questo archivio di dati, disponibile sul sito Web dell’associazione, contiene un elenco consolidato di informazioni rivolte agli operatori del mercato e ad altre entità che elaborano operazioni su swap”. La versione originale del registro, sprovvista delle informazioni sui codici LEI, verrà abbandonata a partire dal 1° luglio 2016.

La NFA è “l’organismo di autoregolamentazione per il settore statunitense dei derivati, tra cui future negoziati in borsa, valute estere negoziate al dettaglio fuori borsa (forex) e derivati OTC (swap). Da oltre 30 anni, la NFA definisce norme e vigila sul loro rispetto, fornisce programmi ed eroga servizi che tutelano l’integrità del mercato, proteggono gli investitori e aiutano i suoi membri a rispettare gli obblighi normativi a loro applicabili”. L’adesione alla NFA “è obbligatoria. In questo modo, tutti i soggetti che concludono negoziazioni con il pubblico nelle borse di future statunitensi e operano nel mercato del forex al dettaglio sono tenuti a rispettare i medesimi rigorosi standard di condotta professionale. Anche i dealer e i grandi operatori di swap sono tenuti ad aderire alla NFA. Attualmente, l’associazione vanta circa 4.100 aziende iscritte e 57.000 membri” (sito Web della NFA).

Norma proposta dalla US Securities and Exchange Commission (Commissione per i titoli e la borsa statunitense) sulle modalità di pubblicazione dei dati relativi agli swap basati su valori mobiliari

In base a quanto evidenziato nel Federal Register – The Daily Journal of the United States Government, in data 23 dicembre 2015 la US Securities and Exchange Commission (SEC, Commissione per i titoli e la borsa statunitense) ha pubblicato, a fini di consultazione, un emendamento teso a definire la forma e la modalità con le quali sarà richiesto ai repertori di dati relativi agli swap basati su valori mobiliari di rendere disponibili le informazioni su tali strumenti alla SEC, ai sensi della Norma 13n-4(b)(5) contenuta nell’Exchange Act (Legge sugli scambi). La SEC propone “di rendere obbligatorio, per i suddetti repertori, la divulgazione di dati in base a modelli pubblicati sul sito Web della commissione stessa e conformi agli standard internazionali di settore FpML (Financial products Markup Language, Linguaggio di Markup per prodotti finanziari) e FIXML (Financial Information eXchange Markup Language, Linguaggio di Markup per lo scambio di informazioni finanziarie).

Diverse norme applicabili “prevedono l’obbligo di segnalare l’identità di ogni controparte che negozia swap basati su strumenti finanziari, nonché di determinate altre persone affiliate alle controparti o coinvolte in altro modo nell’operazione, ma che non sono controparti di quella transazione specifica”. Poiché la SEC considera il Sistema globale LEI “come un Sistema di normazione riconosciuto a livello internazionale (Internationally Recognized Standard Setting System, IRSS) che assegna codici identificativi univoci, i soggetti sono tenuti a ottenere un codice LEI, mentre i repertori di dati relativi agli swap registrati devono utilizzare tali codici per procedere alla loro identificazione. Poiché l’obbligo di ottenere un codice LEI non si applica a tutti i soggetti elencati nelle Norme 901(d)(1), 901(d)(2), 901(d)(9), 906(a) e 906(b), i modelli prenderanno in esame anche gli identificativi diversi da tali codici. Analogamente, i modelli introdurranno codici LEI e altri identificativi per gli ID di agenti esecutivi e intermediari, poiché tali soggetti potrebbero essere sprovvisti di un codice LEI. Inoltre, poiché nessun IRSS che soddisfa i requisiti della Norma 903(a) dispone o ha sviluppato una metodologia per assegnare ID a filiali, operatori finanziari e sale operative, i modelli includeranno gli identificativi o le metodologie definiti dai repertori di dati sugli swap registrati”.

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Informazioni sull’autore:

Stephan Wolf è stato Amministratore delegato della Global Legal Entity Identifier Foundation (GLEIF) dal 2014 al 2024. Da marzo 2024 ha guidato il Consiglio consultivo di settore (IAB) a sostegno dell'iniziativa sugli standard digitali, la piattaforma globale per l'allineamento, l'adozione e la partecipazione agli standard commerciali digitali, della Camera di commercio internazionale (ICC). Prima di essere nominato Presidente, ha ricoperto la carica di vicepresidente dello IAB dal 2023. Nello stesso anno è stato eletto nel consiglio di amministrazione della Camera di commercio internazionale (ICC) della Germania.

Tra gennaio 2017 e giugno 2020, Stephan Wolf è stato co-organizzatore del nuovo Gruppo di consulenza tecnica FinTech del Comitato tecnico 68 dell'Organizzazione internazionale per la normazione (ISO TC 68 FinTech TAG). A gennaio 2017 Wolf è stato nominato come uno dei “Top 100 Leaders in Identity” di One World Identity. Ha maturato una solida esperienza nella definizione di operazioni sui dati e strategie globali di implementazione. Nel corso della sua carriera, ha diretto strategie chiave per lo sviluppo di prodotti e attività. Stephan Wolf è stato cofondatore di IS Innovative Software GmbH, società costituita nel 1989, per la quale inizialmente ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato. In seguito, è stato nominato portavoce del consiglio esecutivo di IS Teledata AG, società che è succeduta alla precedente. Dopo l’acquisizione da parte di Interactive Data Corporation, ha rivestito la carica di CTO. Ha conseguito una laurea in Amministrazione d'impresa presso l'Università J. W. Goethe, Francoforte sul Meno.


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