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Notizie sugli Identificativi della persona giuridica: Aggiornamento di luglio 2018

La Global Legal Entity Identifier Foundation presenta una rassegna degli ultimi sviluppi globali riguardanti l’adozione degli Identificativi della persona giuridica


Autore: Stephan Wolf

  • Data: 2018-07-26
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Per consentire ai soggetti interessati di seguire gli sviluppi di rilievo relativi all’adozione in tutto il mondo degli Identificativi della persona giuridica (LEI), la Global Legal Entity Identifier Foundation (GLEIF) pubblica i relativi aggiornamenti sul suo blog.

Riassumendo: L’obiettivo sottostante l’introduzione dei LEI all’indomani della crisi finanziaria globale era di consentire alle autorità di valutare in maniera più efficiente il rischio sistemico ed emergente, individuare le tendenze e adottare le misure correttive. Oltre a dover rispettare le regole imposte dai legislatori, le organizzazioni di tutto il mondo hanno anche bisogno degli strumenti giusti che le aiutino a decidere in maniera meno costosa e più affidabile con chi fare affari. A tale proposito, la GLEIF incoraggia le aziende ad andare oltre la mera conformità e a considerare l’adozione dei codici LEI nei loro processi quotidiani. Il LEI consente un’identificazione chiara e univoca delle persone giuridiche che partecipano a transazioni finanziarie, mettendole in relazione con informazioni di riferimento chiave. La GLEIF rende disponibile l’Indice globale di codici LEI, l’unica fonte online globale che fornisce dati di riferimento aperti, standardizzati e di alta qualità sulle persone giuridiche. Ogni codice LEI contiene informazioni sulla struttura proprietaria della persona giuridica, rispondendo così alle domande ‘chi è chi’ e ‘chi detiene chi’.

Questa edizione delle nostre ‘Notizie sugli Identificativi della persona giuridica’ si concentra sulla continua spinta esercitata dagli operatori di mercato sia pubblici che privati affinché vengano adottati standard condivisi e globali, compresi i LEI, in tutti i mercati finanziari. Diventa sempre più evidente che l’allineamento globale degli standard globali supporta gli obiettivi normativi e commerciali, non solo a livello internazionale ma anche a livello locale.

Questo post sintetizza le notizie sui codici LEI a partire da febbraio 2018. Le fonti citate in questo blog sono indicate nei ‘Link correlati’ forniti di seguito.

La GLEIF pubblica il Rapporto intitolato ‘Un nuovo futuro per l’identificazione delle persone giuridiche’

A maggio 2018 la GLEIF ha pubblicato un rapporto intitolato: ‘Un nuovo futuro per l’identificazione delle persone giuridiche’ (A New Future for Legal Entity Identification) che descrive i risultati dell’analisi condotta recentemente dalla GLEIF in collaborazione con Loudhouse, un’agenzia di ricerche, sulle difficoltà legate all’identificazione delle persone giuridiche nel settore dei servizi finanziari, comprese le procedure di due diligence note come “know your customer” (KYC). Il rapporto dimostra anche come, sostituendo le informazioni disgiunte con un approccio riconosciuto in tutto il mondo e basato su un’ampia adozione dei codici LEI, si semplificherebbero le transazioni commerciali e si produrrebbe un valore tangibile per le imprese di servizi finanziari.

Le banche operano in più giurisdizioni e necessitano pertanto di uno standard globale. I codici LEI offrono alle imprese un approccio univoco e standardizzato alla verifica della persona giuridica. Le imprese di servizi finanziari possono ottenere una maggiore trasparenza e snellire le proprie modalità operative tramite l’adozione di un LEI per ciascuna organizzazione cliente. L’adozione dei codici LEI potrebbe aumentare la stabilità dei mercati finanziari internazionali e favorire una migliore qualità e una maggiore accuratezza dei dati finanziari nel loro complesso. Le imprese potrebbero anche trarre beneficio da vantaggi individuali quali, ad esempio, maggiore rapidità dell'onboarding, minore incongruenza, minor rischio di perdite commerciali e maggiore efficienza nell'uso di preziose risorse.

L’Office of Regulatory Affairs di JPMorgan Chase pubblica il suo appello alla mobilitazione per la standardizzazione dei dati

A maggio 2018, Robin Doyle, Managing Director dell’Office of Regulatory Affairs di JPMorgan Chase e membro del Consiglio di Amministrazione della GLEIF, ha pubblicato un articolo intitolato ‘Standardizzazione dei dati: un appello alla mobilitazione’, evidenziando “l’esigenza per il settore dei servizi finanziari, gli organi di regolamentazione globali e le altre parti interessate a consolidare in maniera concertata i progressi già compiuti, onde pervenire a una completa standardizzazione dei dati che metta fine alle attuali carenze e consenta l’adozione di tecnologie nuove e innovative”.

L’appello alla mobilitazione rileva che l’“applicazione coerente di dati finanziari e standard di comunicazione sia a livello nazionale che internazionale rimane un’importante criticità pregressa, con implicazioni per la gestione dei rischi e la stabilità finanziaria”. Viene inoltre sostenuto che istituendo e implementando “un linguaggio globale comune per gli strumenti e le transazioni finanziarie si crea efficienza, si riducono i costi e si aumenta la fruibilità dei dati finanziari per generare informazioni pertinenti e gestire il rischio sistemico”. L’appello alla mobilitazione rappresenta un forte supporto per i codici LEI. “Per sostenere questa iniziativa, riteniamo che: il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB)debba continuare a promuovere l’applicazione uniforme dei dati globali e degli standard di comunicazione quali gli Identificativi della persona giuridica (LEI) in tutte le giurisdizioni e monitorare lo stato di avanzamento di tale adozione”.

A seguito della sua pubblicazione, l’appello ha ricevuto ulteriore supporto da parte dell’organo globale responsabile della standardizzazione dei bilanci aziendali, XBRL.

Il Comitato di supervisione regolamentare dei codici LEI pubblica il rapporto sullo stato di avanzamento del Sistema globale LEI e dell’uso normativo dei codici LEI

Nell’aprile 2018, il Comitato di supervisione regolamentare dei codici LEI (LEI ROC) ha pubblicato un rapporto ampiamente dibattuto sullo stato di avanzamento. La GLEIF è presieduta dal LEI ROC, un gruppo costituito da oltre 70 autorità pubbliche di tutto il mondo che hanno deciso di unire le forze e promuovere congiuntamente una maggiore trasparenza nei mercati finanziari globali. Il rapporto conferma che “la governance del Sistema globale LEI concepito dall’FSB con il contributo degli operatori privati è ora integralmente operativa” e che “tutti gli emittenti di LEI attivi sono stati accreditati dalla GLEIF nell’ambito di uno schema contrattuale che sancisce il ruolo della GLEIF nel definire gli standard tecnici del sistema e monitorare la conformità degli emittenti di codici LEI”. Il documento fornisce inoltre aggiornamenti sulle azioni intraprese dalle pubbliche autorità, confermando che gli organi delle giurisdizioni rappresentate nel LEI ROC “hanno adottato almeno 91 misure normative, descritte in tale rapporto, che prescrivono l’utilizzo del codice LEI”. […] Tra gli utilizzi dei codici LEI già adottati in una o più giurisdizioni figurano i seguenti:

  • Identificare, nelle comunicazioni con gli organi normativi, le parti [delle transazioni] [e i rispettivi intermediari], in tal modo facilitando, tra gli altri vantaggi, l’aggregazione dei dati relativi a una stessa persona giuridica.
  • Migliorare, specie in contesti transfrontalieri o intersettoriali, la comparabilità dei dati riportati da banche, assicurazioni e altri istituti finanziari.
  • Coadiuvare la divulgazione più dettagliata delle attività inglobate nei prodotti cartolarizzati e aiutare gli investitori a condurre le proprie analisi indipendenti su tali attività in maniera meno onerosa”.

Sul tema del supporto all’espansione del sistema LEI, il rapporto afferma che “gli organismi che emanano gli standard e le giurisdizioni potrebbero valutare l’adozione di una strategia LEI in linea con le loro esigenze”, illustrando nel dettaglio quattro possibili strategie:

  1. Incrementare il numero di norme e regolamenti che prescrivono l’uso dei LEI, nonché il numero di paesi che adottano tali norme.
  2. Adottare i codici LEI quali identificatori universali in alcune giurisdizioni.
  3. Adozione volontaria dei codici LEI da parte degli operatori di mercato.
  4. Promuovere una maggiore diffusione dell’emissione di codici LEI.

Il rapporto suggerisce inoltre che l’automazione potrebbe essere una “strada percorribile verso un’ulteriore riduzione dei costi” e che, nell’ambito di uno ‘schema di agenti LEI’, “i costi di emissione potrebbero persino beneficiare di economie di scala visto che le banche raccolgono già la documentazione per i loro obblighi Know-Your-Customer (KYC)”. Esso rileva inoltre che “la mappatura dei LEI con altri identificatori aumenterebbe i vantaggi per gli utilizzatori finali, faciliterebbe le interazioni con altri sistemi, supporterebbe la convalida e la qualità dei dati e probabilmente taglierebbe i costi per gli utenti”.

La società di analisi di mercato MLex Financial Services ha osservato che “l’Europa ha molti più codici LEI degli Stati Uniti, grazie a svariati anni di requisiti governativi” […] “Nell’UE, il numero di aziende dotate di identificativi della persona giuridica è pari a quattro volte e mezza il totale statunitense e ciò significa che l’Europa dispone di più strumenti per monitorare l’esposizione al rischio di banche e fondi d’investimento, come mostrano i nuovi dati a disposizione.”

Consiglio per la stabilità finanziaria: la valutazione tra pari dell’FSB su Hong Kong conclude la prima tranche di analisi nazionali

Lo scorso febbraio, il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB) ha pubblicato la sua valutazione tra pari su Hong Kong, ultimando la prima tranche di analisi delle nazioni aderenti all’FSB. “La revisione tra pari di Hong Kong ha esaminato due temi essenziali per la stabilità finanziaria: le riforme del mercato dei derivati over-the-counter (OTC) e il quadro operativo per la risoluzione degli istituti finanziari. La revisione si è concentrata sulle misure adottate dalle autorità per implementare le riforme in queste aree”. Pur rilevando che “negli ultimi anni sono stati compiuti buoni progressi su entrambi i fronti”, la revisione tra pari conclude che “c’è altro lavoro da fare: riformare il mercato dei derivati OTC promuovendo attivamente l’uso degli Identificativi della persona giuridica per la comunicazione delle transazioni”.

La Monetary Authority di Hong Kong e la Securities and Futures Commission terminano la consultazione sugli ulteriori miglioramenti del quadro normativo per i derivati OTC

A giugno 2018, la Hong Kong Monetary Authority (HKMA) e la Securities and Futures Commission (SFC) hanno reso note le conclusioni di una consultazione congiunta sugli ulteriori miglioramenti del regime normativo relativo ai derivati over-the-counter (OTC) di Hong Kong. In base al feedback di mercato, l’utilizzo obbligatorio dei codici LEI nelle segnalazioni di negoziazioni si applicherà solo all’identificazione delle persone giuridiche associate all’entità che effettua la segnalazione di una transazione. Questo requisito si applicherà alle segnalazioni di nuove transazioni e alle informazioni giornaliere sulle valutazioni a decorrere dal 1° aprile 2019.

Le entità dichiaranti dovrebbero continuare a identificare le loro controparti nei rapporti sulle transazioni in conformità a una sequenza di identificativi specificata nelle istruzioni supplementari di segnalazione delle operazioni su derivati OTC. Al contempo, si prevede che le entità dichiaranti predispongano una procedura per la richiesta dei codici LEI ai loro clienti. Gli organi di regolamentazione si manterranno in costante dialogo con le entità segnalanti e continueranno a monitorare gli sviluppi internazionali per appurare l’esigenza di ulteriori requisiti in quest’area.

Reserve Bank of India: codici LEI per gli operatori di mercato societari

Lo scorso aprile, la Reserve Bank of India (RBI) ha diramato un comunicato stampa definendo una serie di misure di sviluppo e normative che puntano, tra le altre cose, a rafforzare la regolamentazione e la supervisione delle sue attività finanziarie. Segnatamente, il punto 8 della comunicazione riguarda “Gli identificativi della persona giuridica (LEI) per gli operatori di mercato che non sono persone fisiche”. Secondo la banca centrale, il codice LEI “è stato concepito come una misura chiave per migliorare la qualità e l’accuratezza dei sistemi di dati finanziari e pervenire a una più efficiente gestione dei rischi all’indomani della Crisi finanziaria globale”. Il comunicato afferma inoltre che “la RBI ha già implementato il codice LEI per tutti gli operatori che negoziano su prodotti derivati Over-the-Counter (OTC) nei mercati dei tassi d’interesse, valutari e creditizi. Inoltre, è stato reso applicabile anche ai grandi mutuatari societari. Portando avanti l’iniziativa tesa a migliorare la trasparenza nei mercati finanziari, si propone di implementare il meccanismo LEI in tutte le transazioni finanziarie effettuate da persone non fisiche nei mercati dei tassi d’interesse, valutari e creditizi”.

Lo scorso giugno, la RBI ha diramato le Direttive preliminari sull’“obbligatorietà degli Identificativi della persona giuridica per operare nei mercati non derivati” invitando banche, operatori di mercato e altre parti interessate a inviare i propri commenti entro il 30 giugno 2018.

Stati Uniti: l’Office of Financial Research avvia un giro di consultazioni sulla proposta di legge che rende obbligatoria l’acquisizione dei dati sulle transazioni nel mercato statunitense dei pronti contro termine compensate a livello centrale

Lo scorso luglio, l’Office of Financial Research del Tesoro statunitense (l’Ufficio) ha avviato una consultazione sulla “proposta di legge che rende obbligatoria l’acquisizione dei dati sulle transazioni nel mercato statunitense dei pronti contro termine compensate a livello centrale. […] Il rapporto pubblicato dall’Ufficio, relativo all’acquisizione pilota dei dati sui pronti contro termine bilaterali interagenzia, ha rilevato difficoltà nell’elaborazione dei dati dovute all’assenza di informazioni standardizzate sulle controparti.”

L’Ufficio propone di rendere obbligatoria la comunicazione dei codici LEI. “Il LEI comunicato deve essere debitamente mantenuto, ossia aggiornato in conformità agli standard implementati dalla GLEIF. L’Ufficio ritiene che, sebbene l’obbligatorietà del LEI possa comportare costi di conformità aggiuntivi, tale linea d’azione è ragionevole oltre che opportuna perché accresce la trasparenza e rende più efficienti il monitoraggio e l’elaborazione dei dati. […] Ogni persona giuridica che effettua transazioni con un’entità tenuta alla segnalazione dovrà ottenere un unico LEI, indipendentemente dal numero di transazioni comunicate. […] L’adozione obbligatoria del LEI beneficerà inoltre imprese e organi di regolamentazione migliorando la capacità di combinare i dati sui pronti contro termine con altre informazioni richieste per monitorare il rischio sistemico o societario [sic]. Ciò è particolarmente vero se si tiene conto che le aziende dotate di un codice LEI hanno ormai superato il milione e sono quindi in grado di beneficiare di questi vantaggi. I risparmi di costo complessivi per il settore dei servizi finanziari derivante da una più diffusa adozione dei LEI sono stati stimati nell’ordine delle centinaia di milioni di dollari”.

La Ontario Securities Commission pubblica un aggiornamento sull’obbligatorietà dei codici LEI

Lo scorso aprile, la Ontario Securities Commission (OSC) ha ricordato agli operatori dei mercati derivati che è ora obbligatorio dotarsi di un codice LEI come prescritto dalla OSC Rule 91-507 - Trade Repositories and Derivatives Data Reporting. La norma “richiede che le controparti segnalanti e i repertori di dati sulle negoziazioni designati (Designated Trade Respository, DTR) identifichino tutte le controparti di una transazione mediante un codice LEI [...] in conformità agli standard definiti dal Sistema globale di identificativi per persone giuridiche”. Commentando sull’osservanza della norma, l’OSC prevede inoltre “che gli ostacoli operativi all’ottenimento dei codici LEI delle controparti emersi durante la prima fase di adozione della norma siano stati ridotti al minimo e non rappresentino più una barriera significativa alla comunicazione di queste informazioni”.

L’OSC continua a monitorare lo stato di avanzamento dell’adozione dei codici LEI in tutte le giurisdizioni, e, nel breve termine, si concentra sul “monitoraggio della mancata comunicazione dei LEI in relazione alle controparti ubicate in giurisdizioni dove tale comunicazione è obbligatoria e non vi sono impedimenti legali alla segnalazione”.

Commentando questo sviluppo nel suo blog con un post dal titolo “Senza LEI non c’è speranza”, l’organo globale di standardizzazione dei bilanci aziendali, XBRL, ha manifestato grande supporto all’adozione dei LEI: “Gli organi di regolamentazione stanno facilitando l’identificazione tramite l’adozione del LEI. Con più di 1,2 milioni di codici LEI già acquisiti dalle società operanti nei mercati finanziari, questo identificativo globale è ora la soluzione d’elezione per le comunicazioni normative in tutto il mondo. […] Proprio come c’è voluto un po’ di tempo perché tutti acquisissero un dominio e si costruissero il proprio sito web, anche la compilazione di questo elenco telefonico globale delle aziende richiederà del tempo. Oggi, sono sempre più gli ambienti in cui vige la regola “Senza LEI non si negozia”. È solo una questione di tempo perché il motto diventi “Senza LEI non c’è speranza”.

La Investment Industry Regulatory Organization del Canada ripubblica le modifiche agli identificativi clienti nell’ambito di un esteso giro di consultazioni

Lo scorso giugno, la Investment Industry Regulatory Organization of Canada (IIROC) ha avviato un secondo giro di consultazioni pubbliche sulle modalità da seguire per estendere l’uso degli identificativi dei clienti al fine di preservare l’integrità del mercato, proteggere gli investitori e mitigare i rischi del trading elettronico, contenendo al contempo l’impatto sulle società d’investimento. Le modifiche proposte “renderebbero obbligatori gli identificativi dei clienti per ogni ordine collocato sul mercato e sui titoli di debito comunicati all’IIROC. I clienti istituzionali richiederebbero un codice LEI, mentre i clienti retail avrebbero bisogno di un numero di conto”.

“Gli identificativi della clientela proposti consentirebbero all’IIROC di tutelare in maniera più efficiente gli investitori dai potenziali abusi di mercato”, ha dichiarato Victoria Pinnington, Vicepresidente senior della divisione Market Regulation di IIROC. “Ci siamo impegnati a lavorare con il settore per comprendere gli impatti e i costi della proposta di revisione al fine di determinare l’approccio migliore per recepire le norme”. I commenti relativi alla proposta possono pervenire entro il 26 settembre 2018.

Unione Europea: la European Securities and Markets Authority conclude gli accordi transitori in materia di LEI ai sensi MiFID II / MiFIR

Il 20 giugno 2018 la European Securities and Markets Authority (ESMA) ha confermato che gli accordi transitori stabiliti ai sensi delle versioni riviste della Direttiva (MiFID II) e del Regolamento (MiFIR) dell’Unione Europea (UE) sui mercati degli strumenti finanziari, promulgati nel dicembre 2017, “non verranno ulteriormente prorogati”. Le disposizioni MiFID II / MiFIR sono entrate in vigore il 3 gennaio 2018. (…) Il periodo transitorio di sei mesi, ha affermato l’ESMA, “durerà fino al 2 luglio 2018 (incluso)”. Il 20 dicembre 2017, l’ESMA ha dichiarato che avrebbe consentito “alle società di investimento, per un periodo di sei mesi, di fornire servizi che fanno scattare l’obbligo della segnalazione delle transazioni al cliente dal quale non abbiano ancora ottenuto il codice LEI, a patto che prima di fornire tale servizio dette società ottengano la documentazione necessaria dal cliente stesso per richiedere il codice LEI per suo conto”. L’ESMA e le autorità nazionali competenti “hanno concluso che non è necessario prorogare il periodo iniziale di sei mesi concesso per consentire un’introduzione scorrevole degli obblighi LEI ai sensi MiFIR”. Ai sensi del MiFIR, le società di investimento devono richiedere i codici LEI ai propri clienti prima di poter erogare i servizi che farebbero scattare i relativi obblighi di segnalazione.

Verena Ross, Executive Director dell’ESMA, ha dichiarato: “Molte parti interessate chiedono ora che i LEI diventino l’identificativo standard paneuropeo utilizzabile per tutte le finalità normative”.

In un discorso intitolato ‘MiFID II – un passo importante per il codice LEI’, tenuto il 27 giugno 2018, Verena Ross, Executive Director della European Securities and Markets Authority (ESMA), ha affermato: “Per quanto possano sembrare tecniche, le norme relative ai LEI sono di fondamentale importanza per i mercati finanziari, non solo per le autorità di regolamentazione, ma per tutti gli investitori”.

“All’indomani della crisi finanziaria, l’aumento della trasparenza nei mercati finanziari è diventato uno degli obiettivi chiave della più ampia riforma normativa avviata in tutto il mondo. MiFID II è uno dei pilastri di queste riforme per quanto riguarda i mercati finanziari UE”. L’Executive Director dell’ESMA ha inoltre affermato che le norme MiFID II “sanciscono per tutti i clienti delle case di investimento UE l’obbligo a dotarsi di un codice LEI. Questa regola, ribattezzata “Senza LEI non si negozia”, impedisce alle società UE di agire sulle istruzioni di un cliente sprovvisto di un codice LEI. Ciò significa che il codice LEI diventa una precondizione per i clienti che desiderano accedere ai mercati UE”.

In conclusione, Ross ha affermato: “Vorrei sottolineare che, malgrado le difficoltà iniziali, l’uso costante dei LEI in tutti gli obblighi comunitari genera benefici tangibili anche per il settore, riducendo le complessità operative e, in ultima istanza, i costi di conformità. Molte parti interessate chiedono ora che i LEI diventino l’identificativo standard paneuropeo utilizzabile per tutte le finalità normative”.

La Banca d’Inghilterra apre le consultazioni sul rinnovamento del sistema di Regolamento lordo in tempo reale invocando l’inclusione del LEI, definito “il miglior identificativo societario”

In un discorso tenuto il 21 giugno 2018, Mark Carney, Governatore della Banca d’Inghilterra, ha parlato, tra le altre cose, del “rinnovamento del sistema di Regolamento lordo in tempo reale (RTGS), la spina dorsale di tutti i pagamenti effettuati nel Regno Unito”. Carney ha affermato che “innovando l’RTGS, la Banca aiuta il sistema finanziario britannico a concretizzare le potenzialità dei big data. Il nuovo RTGS acquisirà dati molto più approfonditi su tutti i pagamenti effettuati in un formato che definisce la migliore prassi internazionale. La Banca tiene aperte le consultazioni sui modi migliori per raggiungere tale obiettivo, ivi compresa l’opportunità di inglobare il miglior identificativo societario, il codice LEI”.

“Ciò migliorerà l’accesso al sistema finanziario nazionale e globale, offrirà una maggiore scelta e concorrenza agli utenti finali societari e coadiuverà l’antiriciclaggio e la lotta al finanziamento del terrorismo”, ha aggiunto Carney.

Il Center for Global Development pubblica il rapporto antiriciclaggio: Le nuove tecnologie risolveranno il dilemma della riduzione del rischio?

Lo scorso febbraio, il Center for Global Development (CGD) ha pubblicato un rapporto intitolato ‘Riparare l’antiriciclaggio: le nuove tecnologie risolveranno il dilemma della riduzione del rischio?' Secondo l’autore, il rapporto costituisce il primo tentativo esaustivo di valutare le potenzialità di sei nuove tecnologie nel risolvere il problema della “riduzione del rischio” all’interno delle politiche antiriciclaggio (AML) e di lotta al finanziamento del terrorismo (CFT), identificate in un rapporto del CGD pubblicato nel 2014. Tra le tecnologie figurano le funzionalità KYC, i big data, l’apprendimento automatico, la distributed ledger technology (DLT), la biometrica e, soprattutto, i codici LEI. Il rapporto sostiene che queste “nuove tecnologie (già in uso o all’orizzonte) potrebbero facilitare l’osservanza delle politiche AML/CFT, il che a sua volta potrebbe incidere sul calcolo costo-beneficio delle banche e portare a un aumento dei conti correnti di corrispondenza, detenuti dai clienti domiciliati nei paesi più poveri.”

Relativamente ai LEI, il CGD ha affermato che: “Un’ulteriore diffusione dei LEI potrebbe passare attraverso la loro inclusione nei messaggi di pagamento che identificano disponenti e beneficiari e ciò accrescerebbe ulteriormente la trasparenza dei pagamenti internazionali. Tuttavia, ciò richiederebbe dei cambiamenti nei formati dei messaggi di pagamento e nei sistemi IT delle banche, nonché un’adozione più ampia dei LEI al di fuori del settore finanziario e anche nei paesi in via di sviluppo”. Il rapporto rileva inoltre che solo “le persone giuridiche – istituti finanziari, società non finanziarie e organizzazioni no profit – possono richiedere un codice LEI. Le persone fisiche non possono ottenerne uno [...] salvo quando operano in veste d’impresa, ad esempio in qualità di ditta di trading individuale. Poiché i LEI non possono essere assegnati alle persone fisiche, si rende necessario uno standard ad hoc per individuare i singoli che effettuano transazioni finanziarie”. In futuro, tuttavia, “i LEI potrebbero essere utilizzati per identificare disponenti e beneficiari dei pagamenti, in tal modo rendendo più semplici e accurate le procedure KYC”.

Il rapporto fornisce anche una panoramica delle iniziative attuali di organi di regolamentazione, legislatori e organi di definizione degli standard tese a facilitare un’adeguata adozione dei LEI ai fini AML/CFT e cita la campagna della GLEIF che mira a incoraggiare gli istituti finanziari a diventare ‘agenti per la registrazione’, ossia ad aiutare le entità ad accedere alla rete di emittenti di codici LEI. Viene inoltre fornito un interessante elenco di raccomandazioni normative indirizzate a una pluralità di parti interessate, compresi gli organi di definizione degli standard e l’ISO, nonché organi di regolamentazione, banche e istituti.

Il Consiglio per la stabilità finanziaria pubblica l’aggiornamento sulla gestione della diminuzione degli accordi di corrispondenza tra banche

A marzo 2018, l’FSB ha pubblicato un aggiornamento sull’action plan teso a valutare e porre fine alla diminuzione degli accordi di corrispondenza tra banche. Il rapporto passa in rassegna le misure adottate per implementare l’action plan in quattro punti dell’FSB dopo l’aggiornamento di luglio 2017 del Board e sottolinea l’importanza di una continua adozione dei codici LEI: “... è necessario continuare a implementare le iniziative di settore che riprendono le raccomandazioni del CPMI [Committee on Payments and Market Infrastructures], come le funzionalità Know-Your-Customer, la proposta di recente pubblicazione che prevede l’inclusione dell’Identificativo della persona giuridica nei messaggi di pagamento e gli standard settoriali sull’uso di questi messaggi”.

La GLEIF prende parte al secondo giro di consultazioni del Consiglio per la stabilità finanziaria sulla governance dell’identificativo unico del prodotto (UPI)

Lo scorso aprile, l’FSB ha invitato a fornire commenti pubblici sulle tematiche inerenti alla governance degli identificativi unici del prodotto (Unique Product Identifier, UPI), un dato chiave per comunicare le transazioni in derivati OTC; nell’ambito di un secondo rapporto consultivo. Le consultazioni fanno seguito allo studio di fattibilità svolto nel 2014 e relativo all’aggregazione dei dati sui derivati OTC, dal quale “è emerso che, a prescindere alle decisioni sull’aggregazione globale, è importante che il lavoro di standardizzazione e armonizzazione dei dati chiave venga ultimato, anche attraverso l’introduzione globale degli Identificativi della persona giuridica (LEI) e la creazione di un UPI e di un identificativo unico della transazione (Unique Transaction Identifier, UTI)”.

La GLEIF ha partecipato alle consultazioni a maggio 2018, fornendo il proprio feedback su diverse tematiche relative ai finanziamenti, ai modelli di partnership e gli archivi di dati UPI. Rispondendo alla consultazione, la GLEIF ha sostenuto che “gli identificativi unici del prodotto, o UPI, devono essere governati da una partnership pubblico-privato”.

La GLEIF chiede a Data Foundation di rappresentarla negli Stati Uniti

Lo scorso aprile, Data Foundation ha annunciato di essere stata incaricata dalla GLEIF di rappresentarla negli Stati Uniti. “Agiremo come veicolo d’informazione e lavoreremo per consolidare la crescente rete di agenzie governative che adoperano il LEI per monitorare le entità soggette alla loro regolamentazione”.

Data Foundation è la prima organizzazione di ricerca di dati settoriali aperti negli Stati Uniti. Attraverso attività di ricerca, formazione e programmazione, Data Foundation supporta la pubblicazione delle informazioni governative sotto forma di dati aperti e standardizzati.

con l’indice globale di codici LEI, la GLEIF mette a disposizione l’unica fonte online globale che fornisce dati di riferimento aperti, standardizzati e di alta qualità sulle persone giuridiche. Così facendo, la GLEIF consente a persone, aziende e agenzie pubbliche di adottare decisioni più avvedute, meno onerose e più affidabili quando si tratta di decidere con chi fare affari. L’impatto di questo lavoro è evidente in tutto il mondo. La collaborazione con Data Foundation aiuterà ad aumentare la consapevolezza sui vantaggi creati dall’adozione globale dei LEI e a formalizzare la rete di partner che si adoperano per l’adozione di standard interoperabili negli Stati Uniti.

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Informazioni sull’autore:

Stephan Wolf è Amministratore delegato della Global Legal Entity Identifier Foundation (GLEIF). Nel 2023 è stato eletto membro del Comitato tedesco della Camera di commercio internazionale (ICC). Nel 2021, è stato nominato membro di un nuovo Consiglio consultivo di settore (IAB) a sostegno dell'iniziativa sugli standard digitali (DSI) intrapresa a livello globale dalla Camera di Commercio Internazionale (ICC). In tale veste, è co-presidente del flusso di lavoro su “Trusted Technology Environment”. Tra gennaio 2017 e giugno 2020, Stephan Wolf è stato co-organizzatore del nuovo Gruppo di consulenza tecnica FinTech del Comitato tecnico 68 dell'Organizzazione internazionale per la normazione (ISO TC 68 FinTech TAG). A gennaio 2017 Wolf è stato nominato come uno dei “Top 100 Leaders in Identity” di One World Identity. Ha maturato una solida esperienza nella definizione di operazioni sui dati e strategie globali di implementazione. Nel corso della sua carriera, ha diretto strategie chiave per lo sviluppo di prodotti e attività. Stephan Wolf è stato cofondatore di IS Innovative Software GmbH, società costituita nel 1989, per la quale inizialmente ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato. In seguito, è stato nominato portavoce del consiglio esecutivo di IS Teledata AG, società che è succeduta alla precedente. Dopo l’acquisizione da parte di Interactive Data Corporation, ha rivestito la carica di CTO. Ha conseguito una laurea in Amministrazione d’impresa presso l’Università J. W. Goethe, Francoforte sul Meno.


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