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Notizie sugli Identificativi della persona giuridica: aggiornamento gennaio 2018

La Global Legal Entity Identifier Foundation presenta una rassegna degli ultimi sviluppi globali riguardanti l’adozione degli Identificativi della persona giuridica


Autore: Stephan Wolf

  • Data: 2018-01-30
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Per consentire agli stakeholder di seguire agevolmente gli sviluppi globali che riguardano l’implementazione dei codici LEI (Legal Entity Identifier), forniamo sul blog della GLEIF i relativi aggiornamenti. Questo post sintetizza le notizie sui codici LEI a partire da settembre 2017.

Le fonti citate in questo blog sono indicate nei ‘Link correlati’ forniti di seguito.

Camera di Commercio Internazionale sull’uso dei codici LEI nelle attività di finanziamento alle imprese: l’obbligatorietà dell’uso dei codici LEI a livello mondiale “contribuirebbe, come mai prima d’ora, a ridurre i costi operativi associati alla compliance nell’attività di due diligence KYC.”

Nel gennaio 2018, Euromoney ha pubblicato un articolo dal titolo ‘Sondaggio sulle attività di finanziamento alle imprese 2018: colmare il divario nelle attività di finanziamento alle imprese’. L’articolo ha evidenziato un punto interessante, cioè “il fatto che gli ostacoli all’erogazione di maggiori finanziamenti alle imprese nei mercati emergenti siano ben noti […] non significa necessariamente che possano essere superati più facilmente”, e pone un interrogativo, ovvero se “trasformare i finanziamenti alle imprese in un’attraente classe di attivo per gli investitori istituzionali sarebbe [potrebbe essere] la soluzione ottimale”.

Nell’esplorare le varie possibilità per raggiungere questo obiettivo, l’articolo sostiene che sarebbe possibile ridurre i costi e migliorare l’efficienza operativa mediante una più ampia adozione dei codici LEI “che porterebbe all’automazione della verifica dell’identità e consentirebbe la digitalizzazione di numerosi passaggi delle operazioni di erogazione dei finanziamenti alle imprese”. Nell’articolo viene citato un documento pubblicato nell’ottobre 2017 da McKinsey e dalla Global Legal Entity Identifier Foundation (GLEIF) in cui si afferma che, ogni anno, le “banche potrebbero risparmiare complessivamente tra USD 250 e USD 500 milioni se i LEI venissero usati per identificare le persone giuridiche internazionali e per automatizzare il monitoraggio della loro evoluzione per l'emissione di lettere di credito”. L’articolo pubblicato in Euromoney fornisce ulteriori informazioni in merito a detti risparmi precisando che “il documento di McKinsey/GLEIF reputa che questi potrebbero rappresentare fino al 4% dei costi delle operazioni commerciali globali correnti”.

A dimostrazione del sostegno della Camera di Commercio Internazionale (ICC) all’adozione dei codici LEI, Daniel Schmand, responsabile finanziamenti alle imprese presso Deutsche Bank e presidente della Commissione Bancaria ICC, ha affermato: “La Camera di Commercio Internazionale ha incoraggiato l’ONU ad assisterla nella sua attività di lobbying per rendere obbligatorio l’uso dei codici LEI a livello mondiale [...]. Riteniamo che tale provvedimento contribuirebbe, come mai nel passato, a ridurre i costi operativi associati alla compliance nell’attività di due diligence KYC”. L’articolo afferma che “non c’è da stupirsi che le banche che erogano finanziamenti alle imprese siano completamente a favore di un’applicazione più ampia dei codici LEI, posizione condivisa anche dalla Commissione Bancaria ICC […].” L’ultima parola spetta a Daniel Schmand, che ha dichiarato: “Trasformare i LEI in uno standard di settore […] avrebbe almeno due risvolti. La riduzione dei costi andrebbe a vantaggio degli obiettivi di redditività del capitale proprio delle banche, mentre i benefici economici risultanti dall’erogazione di prestiti alle PMI per finanziare attività commerciali contribuirebbero a ridurre maggiormente il divario esistente nell’ambito delle attività di finanziamento alle imprese riducendo al minimo i costi di onboarding”.

L’articolo ribadisce le osservazioni precedentemente avanzate dalla GLEIF in un blog, disponibili sul sito web della GLEIF, intitolato ‘Dall’identificazione della controparte al valore commerciale: l’uso del LEI nelle attività di finanziamento alle imprese’. In questo blog, la GLEIF spiega che l’uso del LEI semplifica notevolmente due attività principali nel complicato processo di erogazione di finanziamenti alle imprese: la verifica delle persone giuridiche e il monitoraggio dell'evoluzione di una persona giuridica. In aggiunta al potenziale risparmio annuo che potrebbe essere generato, come sopra indicato, la GLEIF evidenzia che l’uso dei codici LEI comporterebbe una migliore gestione dei rischi in quanto consentirebbe alle banche di mantenere una visione più olistica della persona giuridica che effettua la transazione. La GLEIF incoraggia le organizzazioni a valutare l’adozione dei codici LEI nei loro processi quotidiani. Le fonti sopra indicate sostengono questa posizione suffragando con prove i risparmi sui costi e il miglioramento dell’efficienza operativa che l’uso dei codici LEI potrebbe comportare per le banche che erogano finanziamenti alle imprese a livello mondiale nonché evidenziando il supporto dimostrato dall’ICC nei confronti dell’applicazione dei codici LEI.

L’Asia Securities Industry & Financial Markets Association propone l’uso dei LEI per un nuovo modello per l’identificazione degli investitori per le operazioni di negoziazione denominate “northbound trading” nel programma Stock Connect di Hong Kong Exchanges and Clearing (HKEX)

Nel novembre 2017, la rivista Global Custodian ha pubblicato un articolo che afferma che “Hong Kong Exchanges and Clearing (HKEX) ha proposto un nuovo modello per l’identificazione (ID) degli investitori per le operazioni di negoziazione denominate “northbound trading” nel proprio programma Stock Connect”. Questa notizia è comparsa anche su Funds Global Asia nel dicembre 2017. L’articolo riporta che l’associazione del settore, Asia Securities Industry & Financial Markets Association (ASIFMA), si augura che “il programma rilasci codici identificativi ai gestori dei fondi piuttosto che ai singoli fondi”. ASIFMA ha proposto che il sistema LEI potrebbe servire da modello a riguardo. Entrambi gli articoli riportano la seguente affermazione di Mark Austen, Chief Executive di ASIFMA: “Per quanto concerne l’identificativo, proponiamo di utilizzare i codici LEI, in linea con l’armonizzazione a livello mondiale, che la maggioranza degli investitori istituzionali stranieri dovrebbe già usare in conformità alla direttiva MiFID II”.

Unione Europea: Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) sull’implementazione dei codici LEI ai sensi di MiFID II / MIFIR

Il 9 ottobre 2017, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha pubblicato una nota informativa in merito al codice LEI nell’ambito dei suoi sforzi per accrescere la consapevolezza del settore e promuovere la conformità ai requisiti LEI ai sensi delle versioni riviste della Direttiva (MiFID II) e del Regolamento (MiFIR) dell’Unione europea (UE) sui mercati degli strumenti finanziari che entreranno in vigore il 3 gennaio 2018. Le leggi di recepimento di MiFID e MiFIR configurano l’obbligo di ottenere un codice LEI in capo a un numero significativo di attori, sia all’interno che all’esterno dell’UE, che ad oggi non dovevano sottostare ad alcun simile obbligo. Ai sensi del MiFIR, le società di investimento devono richiedere i codici LEI ai propri clienti prima di poter erogare i servizi che farebbero scattare i relativi obblighi di segnalazione.

Nel proprio comunicato stampa dell’ottobre 2017 in cui si annunciava la pubblicazione della nota informativa in merito al codice LEI, l’ESMA ha affermato che si aspetta che “gli operatori di mercato prendano tutte le misure necessarie per assicurare la piena conformità ai requisiti LEI ai sensi della direttiva MiFID II. In base alla sua precedente esperienza in ordine alla segnalazione ai sensi di EMIR [Regolamento sulle infrastrutture del mercato europeo], l’ESMA raccomanda alle persone giuridiche segnalanti di occuparsi al più presto di questa importante questione, poiché un’adeguata preparazione contribuirà a evitare ritardi e ad assicurare che tutti gli operatori di mercato siano pronti per il nuovo regime”.

In una dichiarazione pubblicata il 20 dicembre 2017, l’ESMA ha sottolineato che “nelle ultime settimane, l’ESMA e le autorità nazionali competenti (ANC) hanno appreso che non tutte società di investimento riusciranno a ottenere un LEI da tutti i propri clienti prima dell’entrata in vigore della direttiva MiFIR il 3 gennaio 2018. La stessa situazione potrebbe eventualmente presentarsi per le sedi di negoziazione nei confronti di emittenti non UE i cui strumenti finanziari sono negoziati in sedi di negoziazione europee. In questo contesto e per favorire la regolare introduzione dei requisiti LEI, l'ESMA consentirà per un periodo di sei mesi:

  • che le società di investimento forniscano un servizio che fa scattare l’obbligo di segnalazione delle transazioni a un cliente dal quale non abbiano ancora ottenuto il codice LEI, a patto che prima di fornire tale servizio dette società ottengano la documentazione necessaria dal cliente stesso per richiedere il codice LEI per suo conto, e
  • che le sedi di negoziazione comunichino i propri codici LEI invece di quelli di emittenti non UE che al momento non ne siano in possesso”.

Per informazioni sulla straordinaria crescita della popolazione di codici LEI negli ultimi mesi precedenti la data di entrata in vigore di MiFID II / MiFIR, si prega di consultare l’ultima sezione del presente blog intitolata ‘Dal gennaio 2018, l’insieme di dati associati ai codici LEI riguarda oltre un milione di persone giuridiche’.

India: La Reserve Bank of India istituisce l’obbligatorietà dell’uso dei codici LEI per imprese debitrici di grandi dimensioni

Nell’ottobre 2017, Indian Express è stato uno dei numerosi mezzi di informazione a pubblicare un articolo riguardante un significativo sviluppo regionale. Un articolo ha confermato che dopo aver “reso obbligatorio l’uso dei codici LEI per le transazioni su tassi di interesse, cambi e derivati sui crediti, la Reserve Bank of India (RBI) istituirà l’obbligatorietà dell’uso dei LEI per le società con esposizione complessiva, sia connessa che non connessa a fondi, superiore a 50 milioni di rupie”. L’articolo spiega che il codice LEI “aiuterà le banche a monitorare l’esposizione complessiva delle imprese debitrici. Consentirà inoltre alle banche di impedire che vengano erogati diversi prestiti alle imprese a fronte della stessa garanzia collaterale”. Nello stesso mese, Lexology ha riportato la stessa notizia facendo osservare che il codice LEI “in base a quanto promosso dal Gruppo dei venti […] identifica le persone giuridiche coinvolte in attività finanziarie. […] Si presentano diverse sfide quale conseguenza dell’incertezza riguardante la struttura proprietaria delle società”. L’articolo suggerisce che l’adozione dei codici LEI rappresenterebbe un approccio pragmatico alla risoluzione di queste problematiche e mette in evidenza il ruolo del LEI nel rendere “più trasparente il processo di identificazione della proprietà effettiva di un’azienda, individuando pertanto i beneficiari finali della struttura finanziaria gestita tramite le consociate”.

In un altro articolo pubblicato nel dicembre 2017, Indian Express ha esaminato la riduzione del divario tra le banche globali e quelle indiane per quanto concerne il recupero dei crediti in sofferenza e ha suggerito che “l’introduzione dell’obbligo di registrare un Identificativo della persona giuridica in CRILIC [archivio centralizzato di informazioni su crediti di grande entità] per tutti i debitori con prestiti superiori a 10 miliardi di rupie entro il marzo 2018 e superiori a 500 milioni entro il dicembre 2019” rappresenta una misura preventiva della RBI che si aggiunge ai cambiamenti attualmente adottati in materia di fallimento.

Una notifica apparsa sul sito web della RBI riconosce che il codice LEI svolge un ruolo fondamentale nel migliorare la qualità e l’accuratezza dei sistemi di dati finanziari per una migliore gestione dei rischi. Afferma altresì che le “banche devono consigliare alle imprese di grandi dimensioni, loro debitrici, con esposizione complessiva pari o superiore a 500 milioni di rupie di ottenere un codice LEI in base alla tempistica riportata nell’Allegato”, facendo riferimento a un Allegato a detta notifica. La RBI afferma inoltre chiaramente che “ai debitori che non ottengono un LEI in base alla tempistica definita non verrà accordato il rinnovo / l’ampliamento delle linee di credito”. Fa altresì osservare che la pubblicazione di un programma separato per debitori con esposizioni comprese tra 50 e 500 milioni di rupie avverrà in un secondo momento e invita le banche a incoraggiare i grandi debitori a ottenere un codice LEI per la controllante, le consociate e le collegate.

Stati Uniti:

Nuovo strumento online, introdotto dal Consumer Financial Protection Bureau, che supporta i nuovi requisiti LEI ai sensi dell’Home Mortgage Disclosure Act

Emendamenti all’Home Mortgage Disclosure Act (HMDA) sono entrati in vigore il 1° gennaio 2018. Tali emendamenti risultano dalla norma definitiva dell’U.S. Consumer Financial Protection Bureau (CFPB) che modifica il Regolamento C attuativo dell’HMDA. Come illustrato in un blog disponibile sul sito web della GLEIF intitolato ‘Erogatore di crediti ipotecari negli USA? Il codice LEI è obbligatorio per le comunicazioni previste dall’Home Mortgage Disclosure Act (HMDA)’, tra i nuovi dati in merito ai quali diventano obbligatorie la raccolta, la registrazione e la segnalazione ai sensi dell’HMDA rientrano il LEI dell’erogatore del credito ipotecario e l’identificativo universale del prestito, che comprende anche il codice LEI. Prima dell’entrata in vigore degli emendamenti, verso la fine di dicembre 2017, JD Supra ha riferito che il CFPB aveva lanciato uno strumento di verifica digitale online utilizzabile dalle società che comunicano i dati ai sensi dell’HMDA a partire dal 1° gennaio 2018. Ha specificato inoltre che “il nuovo strumento supporta i requisiti dell’Identificativo universale del prestito (ULI) ai sensi della versione modificata dell’HMDA”. Una delle sue funzioni è di “generare un codice di verifica a due caratteri quando una società inserisce un Identificativo della persona giuridica e un identificativo del prestito o della richiesta”. 

I codici LEI verranno raccolti insieme ai dati per il sondaggio di riferimento sugli investimenti diretti esteri

Come esposto in un blog disponibile sul sito web della GLEIF intitolato ’Notizie sugli Identificativi della persona giuridica: aggiornamento di agosto 2017’, nel luglio 2017, il sito web del Federal Register - The Daily Journal of the United States Government ha pubblicato i dettagli di una norma proposta dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del commercio volta a includere una domanda sui codici LEI nel sondaggio di riferimento sugli investimenti diretti esteri negli Stati Uniti. Il sondaggio di riferimento viene condotto ogni cinque anni.

La GLEIF è lieta di riferire che, nel dicembre 2017, lo stesso sito web ha pubblicato la norma definitiva del BEA che modifica i suoi regolamenti per stabilire i requisiti di segnalazione per il BE-12 del 2017, sondaggio di riferimento sugli investimenti diretti esteri negli Stati Uniti. Nella sua pubblicazione, il BEA conferma che “le seguenti voci vengono aggiunte al sondaggio di riferimento: […] (4) Aggiungere una domanda per ottenere l’Identificativo della persona giuridica di 20 caratteri dell’affiliata USA nei questionari BE-12A e BE12B”. La norma definitiva è entrata in vigore il 12 gennaio 2018.

Norme adottate dalla Securities and Exchange Commission impongono l’uso del LEI per migliorare le segnalazioni dei consulenti

Nell’agosto 2017, JD Supra ha riportato che i consulenti devono essere al corrente di numerose modifiche apportate al modulo ADV imposte quale conseguenza delle norme della Security and Exchange Commission (SEC) recentemente promulgate.

In una sezione dell’articolo di JD Supra intitolato ‘Chiarimenti e modifiche tecniche apportate al modulo ADV’, si spiega che la SEC ha apportato diverse modifiche per chiarire la propria posizione sulle domande più frequenti. Si legge: “La domanda 25.(g) è stata aggiunta per ottenere l’Identificativo della persona giuridica per qualsiasi depositario di fondi privato che non sia un intermediario/dealer oppure che sia un intermediario/dealer non in possesso di un numero di identificazione registrato presso la SEC […]”. Secondo quanto espresso nell’articolo, le modifiche “verranno applicate a tutti i moduli ADV presentati dopo il 31 settembre 2017 (per la maggioranza dei consulenti il cui esercizio finanziario si conclude il 31 dicembre, la segnalazione migliorata troverà applicazione a partire dalla relativa modifica annuale da presentarsi nel marzo 2018).

La Securities and Exchange Commission posticipa l’adozione della norma relativa alla segnalazione dei dati per motivi di cibersicurezza e comunica nuove date per l’implementazione in merito ai requisiti LEI

La decisione della Securities and Exchange Commission (SEC) di posticipare la data entro cui sarà obbligatorio presentare nuove segnalazioni sul modulo N-PORT è stata riportata da numerosi organi d’informazione nel dicembre 2017, a seguito della pubblicazione di un comunicato stampa a cura di Diana E. McCarthy, partner in Investment Management Practice Group, e di Killilyn Greco, Associate presso DrinkerBiddle. Il modulo N-PORT rappresenta “una delle nuove misure introdotte dalla SEC per modernizzare e migliorare le segnalazioni per le società di investimento”. Come spiegato in National Law Review, “Per ottemperare ai requisiti del modulo N-PORT, le società di investimento dovranno inoltre ottenere e indicare un Identificativo della persona giuridica (LEI) del dichiarante e di ciascuna serie […]. I fondi o i dichiaranti dovranno ottenere un codice LEI, qualora non ne siano già in possesso, che attualmente comporta il pagamento di una commissione di registrazione una tantum e di un modesto compenso annuo per coprire i costi di gestione. [...]. I fondi avranno più tempo a disposizione per ottenere un codice LEI qualora non ne siano già in possesso”.

National Law Review fornisce le informazioni riportate di seguito sulle nuove scadenze previste per le segnalazioni: “La posticipazione concordata sposta la scadenza per le segnalazioni da parte di società di grandi dimensioni al 30 aprile 2019, mentre quella per le entità minori a un anno più tardi, ovvero al 30 aprile 2020. Si osservi tuttavia che i fondi più grandi con patrimonio netto pari o superiore a USD 1 miliardo saranno comunque tenuti a conservare a livello interno le informazioni riportate sul modulo N-PORT e a renderle disponibili alla SEC su richiesta invece di inoltrare di modulo tramite EDGAR, a partire dalla data iniziale di obbligatorietà del 1° giugno 2018”.

Data Foundation e LexisNexis® Risk Management pubblicano una relazione: ‘Chi è chi e cosa è cosa? La necessità di disporre di un sistema di identificazione universale delle persone giuridiche negli Stati Uniti’

Nel settembre 2017, come segnalato sul sito web di Data Foundation, Data Foundation e LexisNexis® Risk Solutions hanno pubblicato una relazione congiunta dal titolo ‘Chi è chi e cosa è cosa? La necessità di disporre di un sistema di identificazione universale delle persone giuridiche negli Stati Uniti’. Secondo Data Foundation, la relazione “evidenzia la necessità da parte del governo federale statunitense di adottare un metodo universale di identificazione delle persone giuridiche per verificare le società, le organizzazioni non profit e di altro tipo utilizzando un singolo identificativo univoco comune. Oltre 15 esperti esponenti dei settori governativo, privato e tecnologico sono stati intervistati per questa relazione. La soluzione rispondente a questa esigenza esiste già: l’Identificativo della persona giuridica (LEI) globale che è già stato adottato da oltre 90 agenzie governative in tutto il mondo. Il LEI è un identificativo standard, non proprietario e verificato gestito da un sistema federato globale. Gode già del supporto di importanti attori operanti nel settore finanziario. L’implementazione dei codici LEI per tutte le esigenze di reporting del governo federale statunitense offrirebbe una serie di vantaggi per l’industria, i governi, gli organismi di vigilanza e, in ultima analisi, per i contribuenti. L’uso dei codici LEI creerebbe una singola visualizzazione elettronica di tutte le persone giuridiche, unite dai loro esistenti rapporti governativi, comportando trasparenza per gli investitori, efficienza per le agenzie di regolamentazione nonché minori costi per le entità stesse”.

La relazione fornisce una sintesi completa dell’argomento trattato, iniziando dall’analisi dei motivi per cui gli Stati Uniti hanno la necessità di disporre di un sistema di identificazione universale delle persone giuridiche e proponendo quindi come soluzione ideale l’adozione universale del codice LEI. Vengono inoltre illustrate le sfide associate all’adozione di un codice LEI universale e i diversi requisiti da soddisfare per affrontare dette sfide. Concludendo con argomentazioni incisive, la relazione ribadisce l’importanza di un sistema universale di identificazione delle persone giuridiche ed evidenzia nuovamente la posizione degli autori a favore dell’uso obbligatorio del LEI per tutte le attività operative del governo federale USA: “Un sistema globale per l’identificazione affidabile e interoperabile delle persone giuridiche offrirà una serie di vantaggi per l’industria, i governi, gli organismi di vigilanza e, in ultima analisi, per i contribuenti. Ridurrà il livello di rischio nel nostro sistema finanziario, contribuendo a eliminare sia sprechi che frodi dalle attività di procurement del governo, a far risparmiare denaro alle aziende tramite l’automazione delle attività di compliance e la più elevata qualità dei dati, nonché a migliorare la qualità delle informazioni fornite da società di business intelligence, giornalisti, ricercatori, organismi di vigilanza e altre organizzazioni. Il LEI è proprio il sistema che risponde a tali esigenze. È globale e si sta diffondendo a ritmo sempre più rapido in tutto il mondo. Non è proprietario e si basa su principi di dati aperti. I suoi dati sono verificati e di elevato livello qualitativo. Il LEI è flessibile e può essere adattato a svariati usi, alcuni dei quali non sono ancora stati concepiti. Il Congresso e la Casa Bianca dovrebbero avviare un’azione governativa diretta all’adozione dei codici LEI a livello universale per tutte le attività normative e di segnalazione del governo federale statunitense”.

Dal mondo:

Standard del Sistema globale LEI: Consultazione del Comitato di supervisione regolamentare dei codici LEI sulle relazioni dei fondi

Nel settembre 2017, il Comitato di supervisione regolamentare dei codici LEI (LEI ROC) ha pubblicato il suo ‘Documento di consultazione sulle relazioni dei fondi nel Sistema globale LEI’, redatto dal proprio Comitato valutazione e standard (CES). Nel riepilogo esecutivo del documento è stato osservato che “la presente relazione propone un aggiornamento limitato del modo in cui vengono registrate le relazioni concernenti i fondi nel Sistema globale LEI (GLEIS), con il duplice obiettivo di assicurare che l’implementazione dei dati sulle relazioni sia coerente in tutto il sistema e fornire un mezzo per agevolare la raccolta standardizzata di informazioni sulle relazioni dei fondi a livello globale”. Il documento afferma inoltre che la proposta è di “sostituire l’attuale segnalazione facoltativa di una singola relazione di ”famiglia di fondi” quale parte dei dati di primo livello (dati di riferimento della persona giuridica) con le relazioni riportate di seguito quale parte dei ‘Dati di secondo livello’ (dati sulle relazioni):

  • “Entità di gestione fondi” […].
  • “Fondi a comparti multipli” […].
  • “Master-Feeder” […].
  • “Altra famiglia di fondi” […]”.

Nell’ambito della preparazione della relazione è stata avviata una consultazione pubblica sulla definizione di un processo per la raccolta dei dati sulle relazioni dei fondi all’interno del GLEIS. Il pubblico è stato invitato a fornire risposte a un apposito questionario entro la fine di novembre 2017, consapevole che detti riscontri avrebbero contribuito a definire il quadro definitivo delle politiche che verrà approvato dal Comitato di supervisione regolamentare dei codici LEI per l’implementazione da parte della GLEIF. La relazione ha affermato che l’implementazione “non sarebbe avvenuta prima del gennaio 2019”.

Secondo rapporto sullo stato di avanzamento pubblicato dal Fondo monetario internazionale e dal Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB): ‘Crisi finanziaria e dati incompleti - Seconda fase dell’iniziativa del G20 in tema di dati incompleti’

Secondo quanto definito da Eurostat, l’ufficio statistico dell’UE situato in Lussemburgo, “l’iniziativa del G20 in tema di dati incompleti è una serie di 20 raccomandazioni per migliorare la qualità dei dati economici e finanziari”. L’iniziativa è stata lanciata per migliorare la disponibilità e comparabilità dei dati economici e finanziari in risposta alla turbolenza dei mercati scatenata dalla crisi finanziaria nel 2007-2008 che ha evidenziato “ la necessità di disporre di un set di dati più ampio per legislatori e organismi di vigilanza per consentire a detti soggetti di valutare meglio l’andamento dell’economia nonché gli interventi richiesti”.

Nel settembre 2016, il ‘Primo rapporto sullo stato di avanzamento della seconda fase dell’iniziativa in tema di dati incompleti (DGI-2)’ è stato accolto con favore dai leader del Gruppo dei venti che hanno fornito supporto ai piani di intervento proposti per l’implementazione delle raccomandazioni di DGI-2. Più recentemente, nel settembre 2017, il personale del Fondo monetario internazionale (FMI) e il Segretariato del Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board (FSB), in stretta collaborazione con le economie partecipanti e le agenzie aderenti all’Inter-Agency Group on Economic and Financial Statistics (IAG) hanno redatto e pubblicato ‘Crisi finanziaria e dati incompleti - Seconda fase dell’iniziativa del G20 in tema di dati incompleti (DGI-2), Secondo rapporto sullo stato di avanzamento ’. Questo rapporto fornisce una sintesi dei progressi compiuti a partire dal settembre 2016 e “cerca di ottenere l’appoggio dei ministri delle finanze del Gruppo dei venti e dei governatori delle banche centrali (FMCBG) in merito a quanto realizzato fino ad oggi e ai piani di intervento e alle tempistiche di DGI-2 per il futuro”.

Particolare rilevanza assume la sezione IV di questo ultimo rapporto in cui vengono esaminate le sinergie esistenti tra l’implementazione delle raccomandazioni di DGI-2 e altri flussi di lavoro rilevanti, compresi i codici LEI. In questa sezione viene riconosciuta l’espansione globale dell’iniziativa riguardante i codici LEI. Nel rapporto vengono riportati alcuni dati sui LEI, ovvero l’emissione di circa 540.000 LEI fino a metà agosto 2017, nonché l’adozione di oltre 50 leggi e norme nazionali o regionali relative ai codici LEI in oltre 40 giurisdizioni. (Secondo i dati della GELIF, entro il gennaio 2018 è stato emesso, a livello globale, oltre un milione di codici LEI).

Il rapporto riconosce altresì il valore che l’ampia adozione dei codici LEI rappresenterà nel futuro: “Sebbene […] l’utilità [dei codici LEI] vada ben oltre l’uso a fini statistici, l’ampia adozione di un identificativo della persona giuridica globale potrebbe migliorare notevolmente la compilazione delle statistiche, in particolare la gestione e l’aggregazione di dati granulari. […] L’uso più diffuso consentirà inoltre di ridurre il costo unitario dei LEI ed eventuali cambiamenti contemplati da apportare a modelli di business potrebbero inoltre facilitarne l’uso oltre le istituzioni finanziarie”. Nel rapporto si osserva anche che il lancio della raccolta di dati riguardanti le controllanti diretta e finale delle persone giuridiche in possesso di codici LEI, avvenuto nel maggio 2017, ha aumentato il valore dei codici LEI ai fini della stabilità statistica e finanziaria grazie al consolidamento contabile. Si afferma inoltre che i collegamenti, di dominio pubblico, ad altri identificativi aumentano ulteriormente il valore dei LEI per gli utenti. Con specifico riferimento ai progressi che si stanno compiendo in merito a progetti congiunti per lo sviluppo della mappatura tra il LEI e il Business Identifier Code (BIC) e il LEI e l’International Securities Identification Number (ISIN), il rapporto riconosce che “quando saranno di dominio pubblico, queste mappature verranno aggiornate continuamente. Si cerca inoltre attualmente di ottenere l’inclusione del codice LEI in registri delle imprese esistenti e utilizzati per la raccolta di dati statistici, con la creazione di collegamenti a identificativi esistenti, in quanto tale intervento sfrutterebbe l’espansione dei codici LEI. Oltre ad apportare altri benefici, tale inclusione contribuirebbe a estendere l’uso dei LEI a entità private non finanziarie fornendo in tal modo supporto ad altre iniziative volte a individuare le catene di rischio sistemico che coinvolgono tali entità […].”

Consultazione del Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB) sulla governance dell’Identificativo unico del prodotto (Unique Product Identifier, UPI)

Nell’ottobre 2017, il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB) ha rilasciato un comunicato stampa dal titolo ‘L’FSB avvia una consultazione sulla governance dell’Identificativo unico del prodotto (UPI)’. Il comunicato stampa ha annunciato la pubblicazione di un documento di consultazione sui prospettati ‘Accordi sulla governance per l’Identificativo unico del prodotto (UPI)’ che “avanza proposte per gli accordi sulla governance per un UPI globale quale principale identificativo armonizzato concepito per facilitare l’efficace aggregazione di segnalazioni di transazioni riguardanti i mercati dei derivati OTC (over-the-counter)”.

A titolo informativo, per quanto concerne i codici LEI, nel 2009 i leader del Gruppo dei venti hanno concordato che tutte le operazioni in derivati OTC avrebbero dovuto essere segnalate a repertori di dati sulle negoziazioni. Uno dei principali problemi individuato quale conseguenza della crisi finanziaria era la mancanza di trasparenza nei mercati dei derivati OTC. Il Trade reporting rappresenta un elemento fondamentale nell’individuare e affrontare i rischi per la stabilità finanziaria risultanti da questi mercati. Di conseguenza, l’uso di un Identificativo unico del prodotto (UPI) è destinato a individuare il prodotto oggetto delle transazioni in derivati OTC. Come spiegato nel comunicato stampa (sezione dedicata alle note redazionali): “Nel settembre 2014, il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB) ha pubblicato la relazione finale dello Studio sulla fattibilità dell’aggregazione che raccomanda l’adozione di alcuni interventi propedeutici per consentire l’efficace aggregazione, a livello globale, dei dati di Trade reporting riguardanti i derivati OTC. In particolare, la relazione raccomanda l’adozione degli interventi riportati di seguito, a prescindere dallo specifico modello di aggregazione scelto:

  • Occorre accelerare le attività volte a introdurre identificativi globali uniformi, cioè un accordo su un Identificativo unico della transazione (Unique Transaction Identifier, UTI) e sull’Identificativo unico del prodotto (Unique Product Identifier, UPI) nonché sull’adozione dell’Identificativo della persona giuridica (LEI) per assicurare l’adeguata aggregazione dei dati riguardanti i derivati OTC”.

Il documento di consultazione del Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB) pubblicato nell’ottobre 2017 “identifica criteri e funzioni chiave per gli accordi sulla governance per l’UPI ai fini della consultazione e si propone di ottenere un feedback specifico su determinate tematiche riguardanti i fornitori di servizi UPI, il recupero dei costi, i modelli delle commissioni e la libreria di dati di riferimento alla base del sistema UPI. L’ FSB prevede di avviare un’ulteriore consultazione all’inizio del 2018 in merito a proposte per l’assegnazione delle funzioni di governance dell’UPI a varie entità e a ulteriori aspetti del modello riguardante i prestatori di servizi UPI”.

Il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB) pubblica accordi sulla governance e il piano di implementazione per l’Identificativo unico della transazione (UTI)

Il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB) ha pubblicato un ulteriore documento nel gennaio 2018 intitolato ‘Accordi sulla governance per l’Identificativo unico della transazione (Unique Transaction Identifier, UTI): conclusioni e piano di implementazione’. Un comunicato stampa pubblicato sul suo sito web indica che questa attività è inoltre collegata allo stesso accordo raggiunto tra i leader del Gruppo dei venti sopra menzionato riguardante l’obbligo di segnalare tutte le transazioni in derivati OTC ai repertori dei dati sulle negoziazioni. In esso si afferma che l’UTI è un identificatore armonizzato globale per la segnalazione di transazioni in derivati OTC e che, in particolare, è “stato concepito per facilitare l’efficace aggregazione di segnalazioni di transazioni”. La relazione giunge alla conclusione che gli accordi sulla governance per l’UTI dovrebbero includere:

  • “la raccomandazione che le giurisdizioni implementino l’Identificativo unico della transazione (UTI) non oltre la fine del 2020;
  • la nomina dell’Organizzazione internazionale per la normazione (ISO) quale organo responsabile della pubblicazione e del mantenimento dello standard dei dati riguardanti l’UTI, e
  • la nomina del CPMI [Comitato sui sistemi di pagamento e regolamento] e dell’IOSCO [Organizzazione internazionale delle commissioni sui valori mobiliari] quali organi competenti ad assumere le funzioni di governance assegnate a un Organo di governance internazionale in merito all’UTI a titolo provvisorio.

L’FSB è del parere che un quadro comune di governance, costituito da uno o più organismi internazionali, possa offrire vantaggi per l’Identificativo unico della transazione (UTI) e per l’Identificativo unico del prodotto (UPI). Il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB) ritiene pertanto che l’Organo di governance internazionale debba essere designato in via definitiva nello stesso momento in cui provvederà a presentare le proprie conclusioni riguardanti gli accordi sulla governance per l’UPI. A riguardo, l’FSB ha recentemente avviato una consultazione pubblica in merito agli accordi sulla governance per l’UPI e pubblicato le risposte alla consultazione [vedere sopra].  Nel 2018, Il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB) continuerà il dialogo avviato con l’industria e altri stakeholder prima di giungere alle conclusioni finali in ordine agli accordi sulla governance per l’UPI, compresa una seconda consultazione pubblica”.

Come nel caso del comunicato stampa rilasciato dall’FSB a ottobre (citato nella precedente sezione del presente blog), le note redazionali del comunicato stampa dell’FSB del gennaio 2018 contengono la seguente spiegazione sul collegamento tra questa attività e l’iniziativa del LEI globale: “Nel settembre 2014, il Consiglio per la stabilità finanziaria (Financial Stability Board, FSB) ha pubblicato la relazione finale dello Studio sulla fattibilità dell’aggregazione che raccomanda l’adozione di alcuni interventi propedeutici per consentire l’efficace aggregazione, a livello globale, dei dati di Trade reporting riguardanti i derivati OTC. In particolare, la relazione raccomanda l’adozione degli interventi riportati di seguito, a prescindere dallo specifico modello di aggregazione scelto:

  • Occorre accelerare le attività volte a introdurre identificativi globali uniformi, cioè un accordo su un Identificativo unico della transazione (Unique Transaction Identifier, UTI) e sull’Identificativo unico del prodotto (Unique Product Identifier, UPI) nonché sull’adozione dell’Identificativo della persona giuridica (LEI) per assicurare l’adeguata aggregazione dei dati riguardanti i derivati OTC”.

ProgrammableWeb vota la API di Consultazione dei codici LEI della GLEIF una delle più interessanti API del 2017

ProgrammableWeb, che si propone come principale fonte mondiale di notizie e informazioni sulle interfacce di programmazione di un’applicazione (application programming interface, API) basate su internet, ha pubblicato, verso la fine di dicembre 2017, un editoriale dal titolo ‘API più interessanti del 2017 votate da ProgrammableWeb: pagamenti, attività bancaria, blockchain e finanza’. L’attenzione è stata rivolta ad API per pagamenti, attività bancaria, critpovaluta, blockchain e finanziarie. L’articolo afferma che sono state prese in considerazione le “API più interessanti in assoluto” secondo il proprio personale di ricerca, il traffico web e le menzioni sui social media.

La GLEIF è estremamente lieta di comunicare che l’API della GLEIF è stata riconosciuta nella categoria “Trading and Other Finance API Highlights” (Principali API per negoziazioni e altre attività finanziarie). La comunicazione apparsa è la seguente: “La Global Legal Entity Identifier Foundation (GLEIF) è l’organizzazione non-profit che supporta l’Identificativo della persona giuridica (LEI). Il codice LEI contribuisce a identificare le persone giuridiche coinvolte in transazioni finanziarie. La GLEIF offre dati di riferimento della persona giuridica aperti, standardizzati e di elevato livello qualitativo. La API della GLEIF consente agli sviluppatori di accedere direttamente e in tempo reale all’intero insieme di dati associati ai codici LEI e svolgere verifiche ad hoc sui cambiamenti intervenuti a livello di registri LEI specifici”.

La API di Consultazione dei codici LEI è stata lanciata solo nel settembre 2017 e tali iniziali e oggettivi riconoscimenti positivi sono estremamente incoraggianti. L’applicazione accoglie le esigenze di mercato emerse durante un test beta svoltosi nel 2017 che ha visto la partecipazione di diverse parti interessate al tema dei codici LEI, tra cui istituti finanziari, organi di regolamentazione, società di tecnofinanza e analisti, tutti accomunati dalla necessità di includere i dati LEI all’interno di processi automatizzati. La API di Consultazione dei codici LEI della GLEIF può essere integrata facilmente nei sistemi interni utilizzando il formato di dati JSON, ampiamente supportato. L’uso della API è gratuito e non richiede alcuna registrazione. Per accedere alla API e alla relativa documentazione, consultare i ‘link correlati’ riportati di seguito.

A partire dal gennaio 2018, l’insieme di dati associati ai codici LEI riguarda più di un milione di persone giuridiche

Al 6 gennaio 2018, l’insieme di dati associati ai codici LEI riguarda più di un milione di persone giuridiche a livello globale. Nel 2017, la popolazione dei codici LEI è effettivamente raddoppiata a circa 953.000 LEI. Dei quasi 500.000 LEI emessi nel 2017, il 77% è stato emesso nel quarto trimestre: nell’ottobre 2017, le organizzazioni che emettono codici LEI hanno rilasciato 105.525 LEI, a cui hanno fatto seguito 118.195 a novembre e 163.059 a dicembre. Nel dicembre 2017, il numero di LEI emessi quotidianamente ha raggiunto il massimo livello superando le 10.000 unità. La crescita è risultata particolarmente elevata nei paesi UE, con i maggiori incrementi conseguiti, nell’ordine, nel Regno Unito, in Germania e nei Paesi Bassi. La GLEIF ritiene che l’elevato numero di LEI di nuova emissione sia principalmente dovuto al fatto che gli operatori di mercato interessati desiderano ottemperare ai requisiti di MiFID II / MiFIR, entrati in vigore il 3 gennaio 2018.

La straordinaria crescita conseguita nel quarto trimestre del 2017 dimostra la solidità del Sistema globale LEI e le forti competenze sviluppate dalle organizzazioni che emettono codici LEI nel gestire il massiccio aumento delle registrazioni di codici LEI. Tale situazione è ulteriormente comprovata dall’elevatissimo livello di qualità dei dati mantenuta durante l’intero periodo di riferimento come dimostrato dalle relazioni pubblicate mensilmente dalla GLEIF sulla qualità dei dati.

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Informazioni sull’autore:

Stephan Wolf è Amministratore delegato della Global Legal Entity Identifier Foundation (GLEIF). Nel 2023 è stato eletto membro del Comitato tedesco della Camera di commercio internazionale (ICC). Nel 2021, è stato nominato membro di un nuovo Consiglio consultivo di settore (IAB) a sostegno dell'iniziativa sugli standard digitali (DSI) intrapresa a livello globale dalla Camera di Commercio Internazionale (ICC). In tale veste, è co-presidente del flusso di lavoro su “Trusted Technology Environment”. Tra gennaio 2017 e giugno 2020, Stephan Wolf è stato co-organizzatore del nuovo Gruppo di consulenza tecnica FinTech del Comitato tecnico 68 dell'Organizzazione internazionale per la normazione (ISO TC 68 FinTech TAG). A gennaio 2017 Wolf è stato nominato come uno dei “Top 100 Leaders in Identity” di One World Identity. Ha maturato una solida esperienza nella definizione di operazioni sui dati e strategie globali di implementazione. Nel corso della sua carriera, ha diretto strategie chiave per lo sviluppo di prodotti e attività. Stephan Wolf è stato cofondatore di IS Innovative Software GmbH, società costituita nel 1989, per la quale inizialmente ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato. In seguito, è stato nominato portavoce del consiglio esecutivo di IS Teledata AG, società che è succeduta alla precedente. Dopo l’acquisizione da parte di Interactive Data Corporation, ha rivestito la carica di CTO. Ha conseguito una laurea in Amministrazione d’impresa presso l’Università J. W. Goethe, Francoforte sul Meno.


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