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Notizie sugli Identificativi della persona giuridica: aggiornamento agosto 2017

La Global Legal Entity Identifier Foundation presenta una rassegna degli ultimi sviluppi globali riguardanti l’adozione degli Identificativi della persona giuridica


Autore: Stephan Wolf

  • Data: 2017-08-17
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Per consentire agli stakeholder di seguire agevolmente gli sviluppi globali che riguardano l’implementazione dei codici LEI (Legal Entity Identifier), forniamo sul blog della GLEIF i relativi aggiornamenti. Questo post sintetizza le notizie sui LEI a partire da maggio 2017.

Le fonti citate in questo blog sono indicate nei ‘Link correlati’ forniti di seguito.

Aziende: ottenere un codice LEI non dovrebbe comportare la “mera apposizione di una spunta nel formulario MiFID”

Nel luglio 2017, Treasury Today ha sottolineato che le imminenti versioni riviste della Direttiva (MiFID II) e del Regolamento (MiFIR) sui mercati degli strumenti finanziari comporteranno una più diffusa adozione dei codici LEI. Eppure nel suo articolo “LEI: More Than a Number”, Mark Davies, global head – data services presso Thomson Reuters Risk Managed Services, ci tiene a sottolineare che “ottenere un codice LEI non dovrebbe comportare la mera apposizione di una spunta nel formulario MiFID”.

L’articolo rammenta alle aziende che, a partire dal 3 gennaio 2018, dovranno essere in possesso di un codice LEI al fine di continuare a stipulare contratti di derivati con le banche. “Per far parte delle oltre 500.000 aziende e persone giuridiche che hanno ricevuto un codice LEI, le società e tutte le parti coinvolte in transazioni interessate devono contattare un’Unità operativa locale (LOU) rintracciabile sul sito web della Global Legal Entity Identifier Foundation (GLEIF) al fine di ottenere un codice che sarà emesso in linea con uno standard ISO”.

Sebbene riconosca che per molte società la motivazione più pressante per ottenere un codice LEI sia quella di “garantire, senza soluzione di continuità, la conduzione di transazioni in derivati dopo l'entrata in vigore della MiFID II”, l'articolo cita anche l'affermazione di Davies secondo la quale la promozione del codice LEI presso tutti i business, sia mediante l'applicazione delle disposizioni normative che l'educazione alle migliori pratiche, “può avere ripercussioni positive per le aziende”. Riportiamo di seguito alcuni dei vantaggi aggiuntivi.

  • Maggior visibilità e trasparenza per quanto concerne i partner commerciali e le relazioni tra le aziende se gli operatori di una filiera di approvvigionamento dispongono di codici LEI.
  • Grazie alla collaborazione con SWIFT per il collegamento dei pagamenti ai codici LEI, il settore dei pagamenti beneficerà di “maggior trasparenza [….] [e] linearità nell'elaborazione dei pagamenti. Potrebbe altresì costituire un’ulteriore salvaguardia contro frodi riguardanti i pagamenti all'interno di un'azienda nel caso in cui venga cambiato il codice BIC e […] non corrisponda al codice LEI”.

Davies ammette che “questi sono soltanto alcuni dei vantaggi che si possono ottenere a fronte della possibilità di identificare inequivocabilmente le parti coinvolte in transazioni finanziarie”.

La GLEIF concorda sul fatto che MiFID II / MiFIR costituisce per le aziende un’opportunità per usufruire dei grandi vantaggi offerti dai codici LEI. Oltre ai miglioramenti in termini di trasparenza, gestione dei rischi ed elaborazione dei pagamenti, come sopra indicato, l'adozione più diffusa dei codici LEI può incrementare la qualità dei dati migliorandone l’integrazione e la gestione, comportando, a sua volta, la creazione di nuove applicazioni e la definizione di nuovi modelli aziendali.

Nel giugno 2017, FEI Daily ha sottolineato l'enorme problema con cui è attualmente confrontata ogni industria: “La marcata democratizzazione dei dati, il loro uso e il potere che hanno conferito al consumatore”. In una discussione successiva sulle tecnologie trasformative che offrono grandi promesse ai settori bancario e fintech, dove l’agilità di numerosi attori consolidati è compromessa da problemi dovuti a sistemi legacy, Simon Moss, direttore esecutivo della divisione servizi di consulenza finanziaria di Grant Thornton, riconosce il ruolo centrale che ricopriranno i codici LEI. Moss afferma che “Blockchain è in grado di connettere in un unico identificativo le varie rappresentazioni di una filiera di approvvigionamento o di una persona” e aggiunge che “il miglior punto di partenza è la ricerca di una singola rappresentazione del cliente [….] Il codice LEI rappresenta un interessante punto di partenza. Come realizzare un identificativo unico per evitare di dover uniformare i processi e implementare un immenso progetto di integrazione dei dati che costerebbe centinaia di milioni di dollari soltanto per comprendere le varie relazioni [tra rappresentazioni diverse dello stesso cliente]. Se a questa possibilità si aggiungono i dati biometrici […], iniziamo a intravedere modelli di business davvero interessanti”.

Nel giugno 2017, Financial IT ha riportato che, a fronte di un potenziale snellimento del quadro normativo quale conseguenza della Brexit, si diffonde la consapevolezza che l’impegno nei confronti della conformità normativa, come quella richiesta dalla MiFID II, può offrire “vantaggi operativi associati a una migliore gestione dei dati [...]. Il focus su modellazione e portata dei dati, abbinato all'adozione di standard prescritti, come il codice LEI per le controparti […], comporta vantaggi di lungo periodo. Una volta soddisfatto il requisito di conformità iniziale, la capacità di far fruttare questo approccio ai dati basato sugli standard […] fornirà alle organizzazioni l’opportunità di affrontare il costo della gestione dei dati eliminando buona parte della costosa duplicazione che impera attualmente, ricercando al tempo stesso misure per promuovere l'efficienza all'interno dell'azienda”.

La GLEIF incoraggia le aziende a considerare la data dell'entrata in vigore della direttiva MiFID II come un’opportunità per usare i codici LEI che va oltre la conformità, a rivedere i processi di gestione delle persone giuridiche e a migliorare la qualità e la gestione dei dati. L’Indice globale di codici LEI, a disposizione sul sito web della GLEIF, rappresenta l’unica fonte online globale che fornisce dati di riferimento aperti, standardizzati e di alta qualità sulle persone giuridiche. Facendo dell’Indice globale di codici LEI la fonte primaria di dati di riferimento per identificare società e piccole e medie imprese operanti in qualsiasi segmento di mercato, si ha la possibilità di accrescere ulteriormente il grado di efficienza per l’intera comunità imprenditoriale.

Canada: disposizioni proposte che rispettino gli identificativi dei clienti

Nel giugno 2017, Markets Media ha riferito che la Investment Industry Regulatory Organization of Canada (IIROC) ha presentato una proposta che richiede “codici LEI per gli ordini per consentire all'[organismo di autoregolamentazione] SRO (e altri enti normativi regionali) di comprendere meglio la struttura del mercato e tenere traccia del comportamento dei partecipanti”. Nel testo della proposta, che prevede un periodo di sei mesi per commenti e osservazioni, l’IIROC afferma che l’obiettivo dell’inclusione dei codici LEI consiste nel potenziare l’integrità del mercato e la tutela degli investitori.

Doug Clark, responsabile della ricerca riguardante le strutture di mercato presso ITG Canada, ha riferito a Traders Magazine che l’idea di un registro delle revisioni non è nuova, nonostante la tendenza verso i codici LEI: “Da quasi un decennio, l'IIROC dispone di dati simili a quelli dei registri consolidati delle revisioni, provenienti direttamente dalle borse, per quanto concerne le attività di trading sul mercato azionario secondario. Tali dati sono stati utilizzati per vigilare sui mercati e condurre studi di tipo accademico sulla sua qualità. Di recente ha proposto di aggiungere i codici LEI agli ordini”.

L’IIROC ha altresì affermato che sarebbe opportuno promuovere lo sviluppo di sistemi di back office volti ad accogliere i codici LEI, nonché lo sviluppo di sistemi in grado di includere gli identificativi dei clienti per tutte le attività riguardanti ordini sui mercati e per tutte le transazioni di debito oggetto di segnalazione.

Banca centrale europea: sinergie tra l'unione bancaria e l'unione dei mercati dei capitali - LEI incrementerà la trasparenza sui mercati dei capitali e bancario

In un discorso introduttivo tenuto da Vítor Constâncio, vicepresidente della Banca centrale europea (BCE), in occasione della conferenza congiunta della Commissione europea e della Banca centrale europea sull’integrazione finanziaria europea, tenutasi a Bruxelles il 19 maggio 2017, l’oratore ha riconosciuto il valore che i codici LEI forniranno in termini di integrazione, trasparenza ed efficienza dei mercati bancario e dei capitali.

“L'unione bancaria e l'unione dei mercati dei capitali sono indubbiamente le due principali iniziative politiche volte a catalizzare l’integrazione finanziaria nell'UE. Per sfruttare le sinergie esistenti tra l'unione bancaria e l'unione dei mercati dei capitali, occorre compiere progressi a livello di supporto dei quadri legislativi […] l'utilizzo dei codici […] LEI aumenterà la trasparenza dei mercati bancario e dei capitali, promuovendone l’integrazione e migliorando l'efficienza e la protezione dei consumatori”.

Vítor Constâncio ha inoltre affermato: “Il requisito obbligatorio dell'utilizzo dei codici LEI dovrebbe essere esteso a tutti gli strumenti finanziari e non riguardare unicamente determinati segmenti di mercato. Oltre ai titoli, i codici LEI […] potrebbero essere utilizzati per fondi di investimento, derivati finanziari e prestiti”.

Unione Europea: le norme rivedute riguardanti i prospetti richiedono il codice LEI per identificare emittenti, offerenti e garanti

Nel giugno 2017, il nuovo regolamento (UE) 2017/1129 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 giugno 2017 relativo al prospetto da pubblicare per l’offerta pubblica o l’ammissione alla negoziazione di titoli in un mercato regolamentato, e che abroga la direttiva 2003/71/CE, è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

Le nuove norme UE riguardanti i prospetti richiedono di “assicurare che gli investitori abbiano accesso a dati affidabili, suscettibili di essere utilizzati e analizzati in modo tempestivo ed efficiente, (...) sul sito web dell’autorità competente nello Stato membro di origine dell’emittente dovrebbero essere pubblicati tutti i prospetti approvati o, in alternativa, un elenco di tali prospetti corredato di collegamenti ipertestuali alle pertinenti sezioni dedicate del sito web. (...) Determinate informazioni contenute nei prospetti, quali i codici ISIN [dall'inglese [International Securities Identification Numbers] che identificano i titoli e i codici LEI che identificano gli emittenti, gli offerenti e i garanti, dovrebbero essere leggibili in maniera automatizzata, anche qualora siano utilizzati metadati”.

Il regolamento riguardante il prospetto si propone di garantire la protezione degli investitori e l’efficienza dei mercati, valorizzando al contempo il mercato unico dei capitali. A tal fine, le informazioni rese disponibili agli investitori in un prospetto devono essere sufficienti, obiettive e accessibili, nonché essere scritte e presentate in forma facilmente analizzabile, succinta e comprensibile. Il ricorso a standard concordati a livello internazionale in tale documentazione, come l’ISIN e il codice LEI globale, appare appropriato per identificare il titolo e l'emittente. Secondo quanto sostenuto dalla BCE nel suo parere espresso in merito alle norme rivedute riguardanti i prospetti, “l’identificazione univoca di emittenti, offerenti, garanti e strumenti finanziari offerti al pubblico o ammessi alla negoziazione sui mercati finanziari regolamentati è efficace soltanto in presenza di standard internazionali quali il codice LEI globale e il codice ISIN”.

L'utilizzo obbligatorio del codice LEI, di cui all'articolo 7 del Regolamento, permette di identificare in modo univoco emittenti, offerenti e garanti dello strumento finanziario, fornendo pertanto informazioni chiave all’investitore. La GLEIF e le organizzazioni che emettono codici LEI sue partner sono pronte per gestire l’emissione di codici LEI per sostenere tale iniziativa.

India: la Reserve Bank of India annuncia l’introduzione dei codici LEI per i mercati dei derivati OTC

Nel giugno 2017, T. Rabi Sankar, direttore generale della Reserve Bank of India, ha confermato sul sito web della banca che il sistema LEI sarà attuato “per tutti i partecipanti ai mercati Over-The-Counter (OTC) per derivati su tassi di interesse in rupie, derivati in valuta estera e derivati creditizi in India, in maniera graduale”. In questo modo informa tutti i partecipanti attuali e futuri della necessità di ottenere un codice LEI rispettando le tempistiche riportate su uno scadenzario disponibile sul sito web della banca. Le persone giuridiche prive di codice LEI non potranno partecipare al mercato dei derivati OTC dopo la data riportata in detto scadenzario.

Regno Unito: a partire dal 1° ottobre 2017, tutti gli emittenti di titoli ammessi in un mercato regolamentato UE dovranno disporre di un codice LEI

In un articolo pubblicato su Lexology nel giugno 2017, Cameron McKenna, che lavora per Nabarro Olswang, ha ribadito questo concetto: “A partire dal 1° ottobre 2017, tutti gli emittenti di titoli ammessi in un mercato regolamentato UE, quali società con regime di premium listing o standard listing sul mercato principale del Regno Unito (Main Market), dovranno disporre di un codice LEI per effettuare annunci al mercato azionario validi ai sensi di legge”.

“In base alle nuove norme di cui al capitolo 6 della Guida alla divulgazione e regole sulla trasparenza che entreranno in vigore il 1° ottobre 2017, un emittente sarà […] tenuto a fornire un codice LEI e a classificare le informazioni regolamentate in base alle relative categorie, archiviando le informazioni regolamentate presso la FCA [Financial Conduct Authority]. Un emittente non necessiterà di un codice LEI per archiviare le informazioni regolamentate presso la FCA prima del 1° ottobre 2017. Tuttavia gli emittenti vengono incoraggiati a ottenere e utilizzare un codice LEI non appena possibile per assicurare che le informazioni a essi pertinenti siano rintracciabili tramite l'NSM [National Storage Mechanism] e, una volta operativo, mediante l'EEAP [European Electronic Access Point]”. L’EEAP è un portale web che permetterà agli operatori di mercato e ai membri del pubblico (utenti finali) di cercare informazioni regolamentate conservate in meccanismi nazionali ufficialmente stabiliti (OAM). L’OAM del Regno Unito sarà l’NSM.

Stati Uniti:

il Bureau of Economic Analysis propone di usare i codici LEI nel sondaggio di riferimento sugli investimenti diretti esteri negli Stati Uniti

Nel luglio 2017, il sito web del Federal Register - la gazzetta ufficiale degli Stati Uniti - ha pubblicato i dettagli di una norma proposta dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del commercio volta a includere una domanda sui codici LEI nel sondaggio di riferimento sugli investimenti diretti esteri negli Stati Uniti. Il sondaggio di riferimento viene condotto ogni cinque anni.

“La norma proposta modificherebbe i regolamenti […] stabilendo i requisiti di segnalazione per il BE-12 del 2017, sondaggio di riferimento sugli investimenti diretti esteri negli Stati Uniti. […] Per il sondaggio di riferimento 2017, BEA propone di modificare i dati raccolti, l’impostazione dei questionari del sondaggio e i requisiti di segnalazione, affinché il sondaggio soddisfi le esigenze riguardanti i dati in evoluzione e migliori la qualità dei dati e l'efficienza ed efficacia della loro acquisizione”.

La proposta prevede l’introduzione di una domanda per ottenere il codice LEI dell'affiliata USA nei questionari BE12A e BE12B. Secondo le stime, questo faciliterà il processo di verifica incrociata delle persone giuridiche nelle varie banche dati, “consentendo un miglior controllo dei dati e stabilendo un collegamento ad altri sondaggi e dati di dominio pubblico riguardanti tali persone giuridiche”.

Tavola rotonda alla Casa Bianca: le aziende esigono una migliore standardizzazione per i dati governativi

Data Coalition ha riferito che la Casa Bianca e il Center for Open Data Enterprise hanno tenuto una tavola rotonda sui dati aperti per la crescita economica martedì 25 luglio 2017, alla quale hanno partecipato rappresentanti di svariati settori, tra cui quello sanitario, finanziario e della logistica, con l’obiettivo di raccomandare modalità per consentire al governo federale degli Stati Uniti di rendere più accessibili i dati per l'uso nel settore privato.

L'adozione globale dei codici LEI è comparsa tra le principali proposte. “Le società hanno presentato raccomandazioni specifiche, quali l'adozione globale dei codici LEI in tutti i regimi di rendicontazione a livello federale ai sensi di legge e l'applicazione coerente di schemi dati comuni per le risorse informative nell'ambito dei settori sanitario e finanziario. Le campagne della Data Coalition al Congresso per portar avanti riforme legislative, il Financial Transparency Act e l’OPEN Government Data Act seguono punto per punto […le] raccomandazioni”.

La National Futures Association (NFA) adotta l’avviso interpretativo sulle controversie relative alla valutazione degli swap

La National Futures Association (NFA) è l’organismo di autoregolamentazione del settore dei derivati USA che fornisce programmi normativi efficaci e innovativi. Nell'agosto 2017, The National Law Review ha riferito che i codici LEI fanno parte delle informazioni standardizzate che devono essere incluse in un avviso interpretativo adottato di recente che formalizza il processo per aprire una controversia relativa alla valutazione degli swap presso la NFA. L'avviso interpretativo avrà efficacia in merito agli avvisi di contestazione che devono essere presentati a partire dal 2 gennaio 2018.

“L'avviso interpretativo della NFA […] standardizza i dati da includere nell’avviso, tra cui (ove opportuno) identificativo NFA, codice LEI, data di apertura della controversia, tipo di controversia, data di risoluzione della controversia, beneficiario/pagatore, importo contestato, identificativo CSA / accordo di compensazione, nome della controparte, codice LEI della controparte o identificativo legge sulla privacy, identificativo univoco swap, importo nozionale nella valuta di base, codice della valuta di base, equivalente USD del valore nozionale, classe di attivo e tipologia di prodotto”.

Dal mondo:

il Consiglio per la stabilità finanziaria pubblica il dodicesimo rapporto sullo stato di attuazione delle riforme del mercato dei derivati over the counter (OTC)

Il Consiglio per la stabilità finanziaria è stato istituito per coordinare, a livello internazionale, il lavoro delle autorità finanziarie nazionali e degli organismi di normazione internazionali per sviluppare e promuovere l'efficace attuazione di politiche normative, di vigilanza e di altra natura nel settore finanziario. Il Consiglio è il fondatore della GLEIF.

Nel giugno 2017, il Consiglio ha pubblicato il dodicesimo rapporto sullo stato di attuazione delle riforme del mercato dei derivati over the counter (OTC) che fornisce aggiornamenti sullo stato attuale e sull'adozione dei codici LEI a livello globale.

Secondo il rapporto, i codici LEI sono ormai integrati nelle norme di 40 giurisdizioni, 14 delle quali fanno parte dell'FSB. Entro la fine del maggio 2017, oltre 513.177 persone giuridiche di 200 paesi hanno ottenuto un codice LEI, di cui 376.064 provengono da giurisdizioni membri del Consiglio per la stabilità finanziaria. I numeri indicano che la copertura dei codici LEI è cresciuta negli ultimi anni.

A partire dal maggio 2017, il “Sistema globale LEI” (GLEIS) ha iniziato a raccogliere e pubblicare informazioni sulle controllanti dirette e finali delle persone giuridiche. Le autorità continuano a monitorare i progressi compiuti a livello di adozione e rinnovo dei codici LEI e potrebbero considerare la possibilità di intervenire ove opportuno. I partecipanti al GLEIS si stanno inoltre occupando dell’istituzione di un sistema di agenti per la registrazione, della semplificazione dei rinnovi, del controllo dei codici LEI scaduti e dell'ottimale riconoscimento delle persone giuridiche che hanno cessato la propria attività”.

Il rapporto asserisce che “le controparti UE si trovano ad affrontare difficoltà nell'uso dei codici LEI per identificare controparti al di fuori dell’UE” poiché non in tutte le giurisdizioni vengono utilizzati i codici LEI. Potrebbe tuttavia trattarsi di una problematica transitoria mentre i codici LEI vengono adottati in un numero sempre crescente di giurisdizioni.

Standard del Sistema globale LEI: il Comitato di supervisione regolamentare dei codici LEI avvia la consultazione sulle azioni aziendali e lo storico dati

Il 26 luglio 2017, il Comitato di supervisione regolamentare dei codici LEI (LEI ROC) ha lanciato una consultazione pubblica sulle azioni aziendali e lo storico dati nel Sistema globale LEI (GLEIS). La consultazione si concentra su 17 azioni aziendali che influiscono sui dati nel Sistema globale LEI, come ad esempio la modifica di nome e indirizzo, le fusioni e gli scorpori. Le risposte alla consultazione vanno inviate a leiroc@bis.org entro l'orario di chiusura degli uffici del giorno 29 settembre 2017. Di seguito viene riportato il riepilogo esecutivo estratto dal documento di consultazione.

Nel 2016 il LEI ROC “ha costituito un gruppo di lavoro nell'ambito del proprio Comitato valutazione e standard per valutare l’impatto delle azioni aziendali sui dati di riferimento delle persone giuridiche registrati nel GLEIS. A seguito della consultazione con la Global Legal Entity Identifier Foundation (GLEIF), le Unità operative locali (LOU) del GLEIS e il Gruppo preparatorio del settore privato del LEI ROC, il ROC ha individuato 17 azioni aziendali che interessano i dati nel GLEIS, sia che si tratti di dati di riferimento, dati relazionali o che concernano la natura della stessa persona giuridica. Alcune di queste azioni aziendali sono, almeno in parte, già coperte dai dati registrati nel GLEIS. Il LEI ROC ha tuttavia individuato potenziali miglioramenti in merito ai dati da raccogliere su tali azioni aziendali, alle modalità di acquisizione dei dati e all'organizzazione di detti dati per il relativo utilizzo nel futuro. I dati relazionali e di riferimento registrati nel GLEIS dovrebbero essere sufficientemente dettagliati per consentire l’analisi e l'illustrazione dei cambiamenti riguardanti una persona giuridica e le sue relazioni con altre persone giuridiche, sia retrospettivamente che partendo dalla data della registrazione di una persona giuridica nel GLEIS. Tale documento di consultazione richiede contributi da parte del pubblico in merito a potenziali miglioramenti, in particolare:

  • Per quanto riguarda eventuali modifiche a nomi, denominazioni commerciali, sedi legali, indirizzi delle sedi centrali e la trasformazione di una filiale internazionale in una controllata (e viceversa), nonché alcune modifiche che interessano le risorse finanziarie, si propone di (i) fornire uno storico delle modifiche dei dati dovute a eventi e azioni aziendali che possa essere consultato facilmente dagli utenti finali del GLEIS e (ii) aggiungere ai dati di riferimento dei codici LEI la data di decorrenza della modifica (piuttosto che la data di registrazione della modifica nel sistema). La stessa proposta sarebbe valida per alcuni dei nuovi elementi proposti nel presente documento.
  • In merito alle fusioni, attualmente il GLEIS fornisce un facile accesso ai dati sul successore di una persona giuridica oggetto di fusione e si propone di semplificare il reperimento di informazioni sulle persone giuridiche precedenti.
  • Per quanto riguarda acquisizioni complesse (reverse takeover), la discussione verte su quale LEI debba sussistere e se i richiedenti possano avere facoltà di scelta.
  • È prevista la creazione di una relazione di scorporo, la cui segnalazione sarebbe facoltativa. Si raccolgono pareri su questa possibilità, nonché sull'eventuale applicazione di una soglia di rilevanza.
  • Si prevede di chiarire la definizione di persone giuridiche inattive per rappresentare adeguatamente le persone giuridiche ancora legalmente esistenti, ma non operative. Tale chiarimento potrebbe favorire una migliore classificazione delle persone giuridiche il cui codice LEI risulta attualmente scaduto.
  • Si raccolgono altresì pareri sulla necessità di aggiungere o meno uno specifico elemento dei dati per indicare che una persona giuridica è in stato di liquidazione.
  • In merito alle azioni aziendali che comportano la sparizione delle persone giuridiche segnalanti (fusioni, scioglimento) e che potrebbero pertanto non essere segnalate dalla persona stessa, si propone di predisporre fonti e metodi alternativi per aggiornare le informazioni (ad es. data feed per le azioni aziendali). La proposta potrebbe contribuire a rilevare i casi in cui le persone giuridiche che appaiono attualmente come entità con “codice scaduto” sono in realtà inattive o hanno cessato l'attività. Un approccio di questo tipo potrebbe contribuire a migliorare la tempestività e qualità generale dei dati nel GLEIS introducendo modalità efficienti per notificare alle LOU eventuali modifiche e sollecitare le persone giuridiche interessate (con il processo di auto-registrazione) ad aggiornare i dati riguardanti i codici LEI”.

ISDA e GFMA ricordano alle aziende dentro e fuori l’UE che occorre agire ora per assicurare la conformità a MiFID II / MiFIR

L’Associazione Internazionale di swap e derivati (ISDA) e l’Associazione dei mercati finanziari globali (GFMA) hanno pubblicato un memorandum che ricorda agli operatori di mercato la necessità di disporre, in un futuro non troppo lontano, di un codice LEI ai sensi della normativa europea e puntualizza che in molti casi tale requisito riguarderà anche persone giuridiche al di fuori dell'UE. Congiuntamente, questi organismi invitano aziende grandi e piccole ad agire immediatamente per assicurarsi di operare in maniera conforme alle disposizioni di legge.

La GLEIF concorda completamente con questa raccomandazione e ribadisce ancora una volta che gli operatori di mercato devono assicurare la conformità a MiFID II e MiFIR ottenendo un codice LEI non appena possibile. Il mancato ottenimento di un LEI (da parte della società o del suo cliente) entro i tempi previsti impedirà alle società di rispettare gli obblighi di segnalazione in vigore nell’UE a decorrere dal 3 gennaio 2018.

Dal 1° novembre 2017, ai sensi del Regolamento sulle infrastrutture del mercato europeo (EMIR), i repertori di dati sulle negoziazioni UE saranno tenuti a rifiutare i rendiconti sull'attività di gestione che non includono un codice LEI.

Le organizzazioni che emettono codici LEI sono pronte per supportare sia le persone giuridiche che necessitano di un codice LEI sia le aziende interessate a fungere da agente per la registrazione. (Per informazioni dettagliate sul concetto di agente per la registrazione introdotto dalla GLEIF per facilitare l'accesso alla rete di emittenti di codici LEI, si vedano i link correlati riportati di seguito). Si consiglia tuttavia di pianificare gli interventi e di effettuare la registrazione con il dovuto anticipo per assicurarsi che i codici LEI siano emessi in tempo prima dell'entrata in vigore di MiFID II / MiFIR. Se la registrazione avviene solo nel quarto trimestre 2017, l'emissione di codici LEI prima della data di introduzione di MiFID II / MiFIR non può essere garantita.

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Informazioni sull’autore:

Stephan Wolf è Amministratore delegato della Global Legal Entity Identifier Foundation (GLEIF). Nel 2023 è stato eletto membro del Comitato tedesco della Camera di commercio internazionale (ICC). Nel 2021, è stato nominato membro di un nuovo Consiglio consultivo di settore (IAB) a sostegno dell'iniziativa sugli standard digitali (DSI) intrapresa a livello globale dalla Camera di Commercio Internazionale (ICC). In tale veste, è co-presidente del flusso di lavoro su “Trusted Technology Environment”. Tra gennaio 2017 e giugno 2020, Stephan Wolf è stato co-organizzatore del nuovo Gruppo di consulenza tecnica FinTech del Comitato tecnico 68 dell'Organizzazione internazionale per la normazione (ISO TC 68 FinTech TAG). A gennaio 2017 Wolf è stato nominato come uno dei “Top 100 Leaders in Identity” di One World Identity. Ha maturato una solida esperienza nella definizione di operazioni sui dati e strategie globali di implementazione. Nel corso della sua carriera, ha diretto strategie chiave per lo sviluppo di prodotti e attività. Stephan Wolf è stato cofondatore di IS Innovative Software GmbH, società costituita nel 1989, per la quale inizialmente ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato. In seguito, è stato nominato portavoce del consiglio esecutivo di IS Teledata AG, società che è succeduta alla precedente. Dopo l’acquisizione da parte di Interactive Data Corporation, ha rivestito la carica di CTO. Ha conseguito una laurea in Amministrazione d’impresa presso l’Università J. W. Goethe, Francoforte sul Meno.


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