Decima uscita della serie di blog “LEI Lightbulb” - Ottimizzazione dello standard ISO 20022 per i pagamenti transfrontalieri: perché i codici LEI e BIC sono perfetti per uno schema di identificazione realmente globale
Il Committee on Payments and Market Infrastructures (CPMI) della Banca dei regolamenti internazionali ha avviato una consultazione per ottenere un feedback del settore sui requisiti di armonizzazione dello standard ISO 20022 proposti per migliorare i pagamenti transfrontalieri. Si tratta di un'opportunità fondamentale e urgente per i partecipanti all'ecosistema dei pagamenti di tutto il mondo per sostenere l'uso obbligatorio dell'Identificativo della persona giuridica (LEI) insieme al Business Identifier Code (BIC) per identificare gli istituti finanziari e le società. La GLEIF spiega perché, in qualità di unico identificativo della persona giuridica universale consolidato a livello globale, il codice LEI è in una posizione unica per rendere le transazioni transfrontaliere più veloci, economiche, trasparenti e inclusive.
Autore: Clare Rowley
Data: 2023-03-30
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*** AGGIORNAMENTO - 2023-05-24 ***
Dopo la pubblicazione di questo post nel marzo 2023, la GLEIF si è impegnata a fondo con vari gruppi di stakeholder del settore nella consultazione, proposta dal Committee on Payments and Market Infrastructures (CPMI) della Banca dei regolamenti internazionali, sui requisiti di armonizzazione dello standard ISO 20022.
A seguito di questa discussione, la GLEIF ha pubblicato una risposta alla consultazione che evolve la posizione originaria espressa in questo post.
Per una panoramica completa, la risposta integrale è disponibile per la visualizzazione qui. In sintesi, la GLEIF sostiene che:
L'identificazione degli istituti finanziari dovrebbe essere eseguita con la combinazione di codice BIC e codice LEI, poiché la natura globale di tali codici li rende particolarmente efficaci per l'identificazione di persone giuridiche sottoposte a sanzioni o per scartare potenziali riscontri.
Il codice LEI dovrebbe essere introdotto come identificativo del debitore/creditore nei messaggi di pagamento. L'uso obbligatorio del codice LEI può essere ottenuto in modo graduale, ad esempio, dando priorità agli importi di pagamento più elevati e abbassando la soglia nel tempo. Sia la Reserve Bank of India sia la Bank of England hanno dimostrato la validità di un approccio graduale.
Al codice LEI (Legal Entity Identifier, Identificativo della persona giuridica) deve essere riconosciuto almeno lo stesso status del codice BIC (Business Identifier Code) per quanto riguarda la sostituzione di nome e indirizzo postale. Attualmente, il CPMI propone che i dati minimi obbligatori per nome e indirizzo postale possano essere sostituiti dal codice BIC, mentre possono essere solo integrati (non sostituiti) da un codice LEI. Il codice LEI deve inoltre soddisfare i dati minimi obbligatori per nome e indirizzo postale, dato che consente un'identificazione chiara e univoca delle persone giuridiche; si basa su uno standard internazionale ISO; è accessibile e aperto a livello globale; offre un'elevata qualità dei dati; ed è supportato da un sistema soggetto a vigilanza regolamentare.
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Tra le difficoltà del mercato dei pagamenti transfrontalieri vi sono costi elevati, scarsa rapidità, accesso limitato e trasparenza insufficiente. Nell'ottobre 2020, il G20 ha approvato una roadmap per migliorare i pagamenti transfrontalieri. La roadmap è stata sviluppata dal Consiglio per la stabilità finanziaria (FSB) in coordinamento con il Committee on Payments and Market Infrastructures (CPMI) della Banca dei regolamenti internazionali e altre organizzazioni internazionali e organismi di normazione.
L'obiettivo di questa collaborazione è quello di affrontare le principali difficoltà dei pagamenti transfrontalieri e il sostegno da parte del settore privato e degli utenti finali è fondamentale per garantire il successo dell'iniziativa. Una consultazione formale avviata dal comitato CPMI sui requisiti di armonizzazione per l'uso dello standard ISO 20022 nei pagamenti transfrontalieri offre ora un'importante opportunità per gli stakeholder del settore di sostenere i vantaggi unici offerti dal codice LEI.
Affrontare le difficoltà dei pagamenti transfrontalieri
L'uso degli standard in modo frammentario e misto nella messaggistica di pagamento è un punto di attrito rilevante nei pagamenti transfrontalieri. Fortunatamente, l'adozione di formati di messaggi comuni promette di mitigare le notevoli difficoltà che hanno tradizionalmente limitato i pagamenti transfrontalieri.
I sistemi di pagamento di tutto il mondo adottano sempre più spesso la normativa ISO 20022 come standard di messaggistica comune. ISO 20022 è uno standard internazionale per lo scambio di messaggi elettronici tra istituti finanziari con tutte le carte in regole per consentire l'utilizzo di dati più coerenti e strutturati nell'elaborazione dei pagamenti, promuovendo una maggiore interoperabilità nei pagamenti transfrontalieri a sostegno degli obiettivi del G20.
Alcuni problemi, tuttavia, rimangono. Le attuali implementazioni dello standard ISO 20022 variano a seconda delle regioni e delle giurisdizioni e ciò potrebbe potenzialmente ridurne i vantaggi. Per affrontare questa sfida, il CPMI e il Payments Market Practice Group (PMPG) del settore a livello globale hanno istituito una task force congiunta per «definire e armonizzare i campi di dati trasmessi lungo la catena di pagamento». Si prevede che questi requisiti entreranno in vigore nel 2025, quando terminerà il periodo di coesistenza tra il vecchio standard SWIFT MT e la normativa ISO 20022.
I requisiti di armonizzazione proposti rappresentano indicazioni generali affinché le linee guida sulle pratiche di mercato globali e nazionali garantiscano che lo standard di messaggistica ISO 20022, ove adottato, sia utilizzato in modo coerente per facilitare i pagamenti transfrontalieri rendendoli più rapidi, economici, accessibili e trasparenti. Tali requisiti stabiliscono indicazioni specifiche per l'uso dei messaggi ISO 20022 nei pagamenti transfrontalieri relativi a determinate funzioni, la trasparenza e la chiarezza degli elementi dei dati chiave e l'uso di dati strutturati e codificati per supportare l'elaborazione automatizzata.
In un primo aggiornamento pubblicato nel settembre 2022, il CPMI ha indicato che uno dei requisiti di alto livello all'esame della task force era «l'uso di un unico metodo comune e strutturato per identificare persone fisiche, persone giuridiche e istituzioni finanziarie coinvolte nei pagamenti transfrontalieri». La relazione iniziale ha spiegato che la definizione di requisiti minimi in materia di dati, limitando le opzioni ai dati strutturati come gli identificativi ISO, incluso l'Identificativo della persona giuridica (LEI), contribuirebbe a migliorare l'efficienza e la trasparenza nelle transazioni transfrontaliere.
La logica alla base dell'inclusione del codice LEI nella messaggistica di pagamento ISO 20022 è semplice. Grazie all'aggiunta del codice LEI come attributo dei dati nei messaggi di pagamento, qualsiasi persona giuridica ordinante o beneficiaria può essere identificata in modo preciso, immediato e automatico a livello transfrontaliero. Il codice LEI, inoltre, è già un campo facoltativo nello standard di messaggistica ISO 20022 e di conseguenza è necessaria un'implementazione operativa e tecnica minima rispetto a quanto accadrebbe con l'introduzione di un nuovo identificativo. Includendo il codice LEI come elemento dei dati strutturati obbligatorio all'interno dello standard ISO 20022, i messaggi produrrebbero numerosi vantaggi, aumentando significativamente la trasparenza e quindi l'affidabilità e creando contemporaneamente efficienze in grado di facilitare Conosci il tuo cliente (KYC) e gli oneri di conformità.
Mentre le infrastrutture del mercato dei pagamenti in tutto il mondo si impegnano per supportare i pagamenti istantanei, la capacità di verificare e convalidare l'ordinante e il beneficiario di una transazione quasi in tempo reale è fondamentale. Il crescente controllo globale dei regimi di sanzioni, inoltre, ha messo in luce alcuni problemi di conformità e ha chiarito che l'unica via per un'applicazione efficace è rappresentata dalla chiarezza sul soggetto a cui sono applicate le sanzioni. Il codice LEI è l'unico identificativo globale in grado di fornire questa precisa verifica dell'identità per consentire un controllo sostanziale delle transazioni.
Consultazione: armonizzazione dei requisiti ISO 20022
Dopo l'aggiornamento iniziale, il CPMI ha pubblicato una consultazione ufficiale completa nel marzo 2023, che, tra le altre cose, chiede un feedback agli stakeholder dei pagamenti per segnalare i campi di dati specifici da armonizzare all'interno dello standard di messaggistica di pagamento ISO 20022.
Nell'ambito della consultazione, il CPMI «propone di richiedere l'identificazione di tutti gli istituti finanziari coinvolti nei pagamenti transfrontalieri tramite il Business Identifier Code (BIC)». Significativamente, per la GLEIF il codice LEI dovrebbe essere richiesto insieme al BIC. Come notato da SWIFT, i codici BIC e LEI sono di natura globale e particolarmente efficaci, ad esempio, per identificare persone giuridiche sottoposte a sanzioni o scartare potenziali riscontri. Tuttavia, sebbene il codice BIC sia il principale mezzo di identificazione per gli istituti finanziari sulla rete SWIFT, non è necessariamente un chiaro identificativo dell'effettiva persona giuridica coinvolta in una transazione. I codici BIC vengono assegnati ad esempio anche a persone giuridiche quali filiali bancarie, unità di negoziazione, reparti o sistemi di test e sviluppo. Il file di mappatura open-source prodotto in collaborazione tra GLEIF e SWIFT dimostra la complessità del riferimento incrociato di questi identificativi chiave delle persone giuridiche e i vantaggi di avere queste informazioni complementari prontamente disponibili nel messaggio di pagamento.
Questa consultazione rappresenta un'opportunità fondamentale e urgente per i partecipanti all'ecosistema dei pagamenti di tutto il mondo per sostenere l'uso complementare del codice LEI insieme al BIC. Solo la combinazione di entrambi questi identificativi supporterà la realizzazione di pagamenti transfrontalieri ottimizzati per tutti. Mentre il BIC identifica gli istituti finanziari sulla rete SWIFT, il codice LEI può verificare l'identità di tutte le persone giuridiche coinvolte in una transazione. Solo questa serie completa di informazioni all'interno di un messaggio di pagamento fornirà maggiore certezza e trasparenza.
La GLEIF desidera inoltre evidenziare le insidie della raccomandazione del codice LEI solo come elemento “se disponibile” oppure “ove disponibile”. Consentire più fonti di dati è un problema rilevante negli odierni ecosistemi dei pagamenti, poiché si riduce in modo significativo la capacità di condurre un'elaborazione diretta e di ottenere pagamenti transfrontalieri più rapidi ed economici. La GLEIF evince inoltre che il nome e l'indirizzo postale sono considerati dati obbligatori dal comitato CPMI, mentre il codice LEI è considerato un identificativo complementare. In questo caso, la GLEIF desidera sottolineare che tutti i campi dati considerati obbligatori, inclusi ragione sociale, informazioni tratte dal registro locale delle imprese, sede principale e indirizzo della sede legale, possono essere recuperati dai dati di riferimento del codice LEI in modo automatico.
Capire il valore dei codici LEI nei pagamenti transfrontalieri
Affinché le persone giuridiche coinvolte ottimizzino i vantaggi della transizione alla messaggistica di pagamento ISO 20022 è chiaro che il settore ha bisogno di un metodo di identificazione davvero globale, dato che l'obiettivo di questa transizione non è l'instradamento dei pagamenti, ma la creazione di un ecosistema di pagamenti transfrontalieri più efficiente, inclusivo, economico e trasparente.
La GLEIF sostiene fortemente l'identificazione di tutte le persone giuridiche coinvolte in un pagamento transfrontaliero in modo standardizzato e strutturato. Si tratta di un passo fondamentale per garantire un ecosistema di pagamenti transfrontalieri efficiente, sicuro e affidabile. Un approccio standardizzato di identificazione e verifica consente a consumatori, imprese e istituti finanziari di condurre le procedure di due diligence sulla persona giuridica a cui stanno trasferendo i fondi, garantendo enormi vantaggi all'ecosistema dei pagamenti in generale:
Sviluppo di trasparenza ed efficienza
Il codice LEI dovrebbe essere utilizzato per identificare qualsiasi persona giuridica ordinante o beneficiaria, soprattutto in scenari complessi in cui sono coinvolte molte persone giuridiche.
Una maggiore trasparenza è fondamentale per tutti gli utenti e i facilitatori all'interno delle reti di pagamento. La trasparenza è particolarmente importante per le transazioni transfrontaliere, in cui il monitoraggio dello stato dei pagamenti comporta processi lunghi e manuali sia per i mittenti sia per i destinatari a causa dei diversi fusi orari, della dipendenza da più intermediari e delle limitazioni alla coerenza delle informazioni di tracciamento. Se il codice LEI fosse l'identificativo univoco globale per ordinanti, beneficiari e istituti finanziari intermediari, i processi manuali verrebbero eliminati, contribuendo a pagamenti più rapidi ed economici.
I vantaggi possono essere estesi anche alle transazioni business-to-business (B2B), che spesso richiedono la riconciliazione manuale dei crediti. Se il codice LEI venisse aggiunto come elemento dei dati strutturati nel modello di dati progettato dal CPMI, gli istituti finanziari o gli erogatori di servizi di pagamento non avrebbero bisogno di sforzi manuali per individuare il beneficiario.
Aumento di fiducia e sicurezza
Si immaginino i vantaggi di una transazione consumer-to-business (C2B) in cui il consumatore conosce finalmente con assoluta certezza la persona giuridica che riceve il pagamento. Dato che il beneficiario è identificato con un codice LEI, il consumatore può facilmente convalidarne il codice tramite l'Indice globale dei codici LEI, aperto e pubblicamente disponibile, e quindi avviare il processo di pagamento con certezza e fiducia maggiori. Ancora una volta, questo è particolarmente importante negli scenari transfrontalieri in cui l'ordinante e il beneficiario potrebbero non condividere la stessa lingua o addirittura lo stesso set di caratteri, rendendo impossibile la due diligence di base. Poiché l'istituto finanziario o la società tecnofinanziaria può integrare completamente i codici LEI e i dati di riferimento dei codici LEI nelle interfacce client esistenti tramite l'API pubblica e aperta della GLEIF, non è necessario alcun ulteriore sforzo da parte del consumatore per ottenere le numerose informazioni disponibili nell'Indice globale dei codici LEI.
Il codice LEI rafforza inoltre un'infrastruttura di pagamento più sicura in cui tutti gli endpoint sono identificati da un identificativo globale aperto e coerente.
Promozione di interoperabilità e inclusione globali
Il Sistema globale LEI si collega ai registri delle imprese locali che potrebbero essere proprietari e dotati di set di caratteri diversi. Il Sistema globale LEI consente a pagatori aziendali, fornitori di servizi di pagamento e consumatori di condurre le procedure di due diligence in modo rapido e affidabile, invece di costringerli a destreggiarsi tra vari punti di accesso e lingue. Con il Sistema globale LEI, tutte le parti possono facilmente sapere e verificare con chi stanno effettuando transazioni. Il sistema è inoltre approvato dalle 65 autorità pubbliche che partecipano al Comitato di supervisione regolamentare.
Miglioramento dell'accuratezza
Lo standard LEI può risolvere il problema dell'elevato numero di pagamenti istantanei rifiutati per un'identificazione errata delle organizzazioni, se utilizzato come attributo dei dati per l'identificazione dei beneficiari e all'interno delle pubblicazioni degli elenchi di sanzioni, come suggerito di recente dal Consiglio per la stabilità finanziaria nel contesto dei pagamenti transfrontalieri.
Verso pagamenti transfrontalieri ottimizzati
La GLEIF ribadisce che, in quanto unico identificativo della persona giuridica universale consolidato a livello globale, il codice LEI è in una posizione unica per rendere le transazioni transfrontaliere più veloci, economiche, trasparenti e inclusive. La GLEIF incoraggia vivamente i sostenitori del codice LEI a livello globale a partecipare alla consultazione del CPMI e a mostrare ampio sostegno al codice LEI nell'ambito dello standard ISO 20022.
Questa posizione fa eco a un precedente sondaggio del settore effettuato dal GAFI, ovvero Gruppo d'azione finanziaria internazionale, in cui molti intervistati hanno sostenuto un'adozione più ampia del codice LEI per i pagamenti transfrontalieri al fine di supportare un'interoperabilità più diffusa e garantire costi ridotti e maggiore trasparenza. Questa posizione si allinea inoltre ai “Guiding principles for screening ISO 20022 payments” di SWIFT, approvati dal PMPG e dal Wolfsberg Group, che hanno evidenziato come il codice LEI possa supportare un approccio efficace e mirato allo screening delle sanzioni.
Dati i chiari e ampi vantaggi dell'inclusione del codice LEI nella messaggistica dei pagamenti, alcuni stati si sono già mossi per rendere obbligatorio il codice LEI a livello nazionale. Nel dicembre 2020, la Banca d'Inghilterra ha pubblicato il documento “Informativa criteri: implementazione dei dati avanzati ISO 20022 nel sistema di pagamento CHAPS” che ha confermato l'introduzione del codice LEI nello standard dei messaggi di pagamento CHAPS durante la migrazione a ISO 20022.
Altrove, il Chinese Cross-border Interbank Payment System (CIPS) ha sviluppato il “CIPS Connector” per promuovere l'uso del codice LEI nelle transazioni transfrontaliere e facilitare il commercio e gli investimenti transfrontalieri. A ciascun utente di CIPS Connector viene assegnato un codice LEI utilizzato sia per attivare lo strumento sia come elemento aziendale obbligatorio nella transazione.
E in India, la Reserve Bank of India (RBI) ha emesso un mandato che rende obbligatori i codici LEI in tutte le transazioni di pagamento con valore totale pari o superiore a 500 milioni INR effettuati da enti per Real-Time Gross Settlement (RTGS) e National Electronic Funds Transfer (NEFT). Da ottobre 2022 tale obbligo è stato esteso alle transazioni transfrontaliere di capitali o su conti correnti.
Tutto ciò indica una chiara opportunità. Mentre il settore cerca di tracciare un percorso per l'implementazione globale a lungo termine dello standard ISO 20022, l'obbligo di utilizzo del codice LEI come elemento dei dati strutturati è ben allineato alla raccomandazione FSB che incoraggia un aumento dei riferimenti al codice LEI nei pagamenti, massimizzando quindi i vantaggi per le infrastrutture del settore dei pagamenti, le istituzioni e le aziende.
Il link alla consultazione del CPMI è disponibile qui.
La serie di blog “LEI Lightbulb” della GLEIF si propone di far luce sull'entità dell'appoggio e del sostegno che l'iniziativa LEI ha ricevuto nei settori pubblico e privato, nelle diverse aree geografiche e nei vari casi d'uso, mettendo in evidenza quali leader di settore, autorità e organizzazioni sono a favore dell'iniziativa e per quale scopo. Sottolineando l'ancoraggio nelle salde radici normative che oggi è all'origine di un coro di sostenitori che premono per un'ulteriore regolamentazione dei codici LEI e per la loro adozione su base volontaria in applicazioni nuove ed emergenti, la GLEIF spera di informare sul valore potenziale che, oggi e in futuro, in tutto il mondo, può offrire alle imprese di tutti i settori “un'unica identità globale”.
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Clare Rowley è Head of Business Operations presso la Global Legal Entity Identifier Foundation (GLEIF). Prima di approdare alla GLEIF, ha lavorato presso la Federal Deposit Insurance Corporation statunitense dove ha diretto progetti tecnologici volti a migliorare i programmi di risoluzione delle crisi bancarie e ha contribuito alla ricerca sui mutui subprime. Clare Rowley ha la qualifica CFA® e ha conseguito un Master of Science in Analisi predittiva presso la Northwestern University.